Il Parco del Conero si conferma punto importante di passaggio dei rapaci.
Il Parco del Conero si conferma punto importante di passaggio dei rapaci. Sono più di 5.800 quelli avvistati nell’ ambito della campagna di migrazione 2013, appartenenti a 17 specie, oltre a cicogne, gru e ad un Ibis eremita. Dati significativi questi, derivanti dalle osservazioni effettuate nell’ ambito del Campo sulla migrazione primaverile dei rapaci, organizzato dall’ Ente Parco del Conero. Il Campo si è svolto dal 15 aprile al 31 maggio ed ha visto coinvolto il personale dello Studio faunistico Chiros e dello Studio Naturalistico Diatomea. Il Parco del Conero svolge quest’attività dal 1999 e possiede pertanto una mole di dati importante per lo studio di questo fenomeno che coinvolge numerose specie di Rapaci (e non solo) che ogni anno decidono di utilizzare il Monte Conero come tappa della loro rotta migratoria. Infatti , il Conero è, dopo lo stretto di Messina, il sito maggiormente importante in Italia per il passaggio primaverile dei Rapaci e viene utilizzato, anche a causa delle correnti ascensionali che si formano grazie alle falesie, dai Rapaci come “trampolino” verso i Balcani e il nord-est Europa. Durante la stagione 2013 sono stati contati più di 5.800 individui appartenenti a 17 specie: in particolare, oltre 2.300 sono stati i Falchi pecchiaioli, la specie più numerosa che attraversa l’area del Parco, seguita dal Falco di palude (1.600), Poiana, Falco cuculo, Albanella minore e Lodolaio. Gli altri Rapaci osservati sono stati Nibbio bruno, Nibbio reale, Biancone, Albanella reale, Albanella pallida, Poiana codabianca, Aquila minore, Sparviere, Falco pescatore, Grillaio, e Gheppio . Anche per quest’anno non sono mancati avvistamenti di altri veleggiatori come Cicogna bianca, Cicogna nera e Gru e, per la prima volta, un Ibis eremita, specie rarissima oggetto di un importante progetto europeo di reintroduzione. ‘E’ un’ attività questa, di particolare importanza –spiega il Vice Presidente dell’ Ente Parco del Conero Gilberto Stacchiotti –altresì dal punto di vista scientifico perché è un progetto di monitoraggio che ha durata ultradecennale e, quindi, ci consente di avere una serie di informazioni sull’ evoluzione di un fenomeno che rappresenta un’ eccellenza del Parco del Conero. Anche grazie a questi dati, il Conero si conferma tra le dieci zone per l’ osservazione dei rapaci, come già riconosciuto dall’ associazione ambientalista LIPU’.
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