09 Settembre 2013

7° Festival Adriatico Mediterraneo- Il Direttore Marco Zannini ed il miglioramento della mobilità intermodale incentrata sui corridoi marittimo-fluviali

Come migliorare la mobilità intermodale incentrata sui corridoi marittimo-fluviali? Argomento questo, su cui si è incentrato parte del Convegno organizzato durante il 7° Festival Adriatico Mediterraneo alla Loggia dei Mercanti, dal titolo ‘Creare economia con l‘ ambiente’. 

Come migliorare la mobilità intermodale incentrata sui corridoi marittimo-fluviali? Argomento questo, su cui si è incentrato parte del Convegno organizzato durante il 7° Festival Adriatico Mediterraneo alla Loggia dei Mercanti, dal titolo ‘Creare economia con l‘ ambiente’. Una soluzione la dà il Direttore dell’ Ente Parco del Conero Marco Zannini: ‘Richiamare l’attenzione sulla tutela del mare nostrum – Adriatico –spiega Zannini- ed iniziare a parlare di un nuovo approccio alla gestione delle grandi infrastrutture, basato sullo sviluppo ecosostenibile del sistema terracqueo dell’Adriatico centrale,attraverso la gestione integrata del patrimonio biologico, naturalistico,paesaggistico, sociale ed economico, in partnership con i Paesi transfrontalieri. Questo è il percorso da intraprendere, che porta, ad esempio,verso una naturale perplessità, circa la decisione di creare un’ennesima via di accesso alla città, la così detta uscita Ovest. In questo contesto, fra i tanti argomenti che occorrerebbe trattare, intendo soffermarmi su alcuni, sicuramente i più difficili da argomentare, perchè trovano contrapposizione con vecchie politiche economiche che ancora oggi, in parte, gestiscono l’area italo-balcanica e sono:

1) riduzione del traffico di navi petroliere (e dunque pericolose);

2) istituzione dicorridoi longitudinali delle rotte di separazione;

3) ridistribuzione del traffico su gomma sulle due sponde dell’adriatico;

4) potenziamento della mobilità ferroviaria.

(Diapositiva 1.)  Una grande quantità di petrolio transita per via navale fra Italia ed ex Jugoslavia per giungere al centro di snodo di Trieste. Non viene distribuito all’interno di questi due mercati, ma prosegue verso il nord Europa. Occorre quindi ridurre il traffico delle petroliere e con esso il rischio di inquinamento del nostro piccolo mare Adriatico. 

Potenziare ed eventualmente costruire nuovi oleodotti,che colleghino direttamente alla rete europea, dove viene smistata la materia prima, ai pozzi di estrazione del Mar Nero e del Mar Caspio (via Romania,Serbia, Slovenia e Trieste), abbattendo così la quantità di petrolio in viaggio sulle nostre acque. Voglio rendere consapevoli tutti che il catrame che saltuariamente sporca le spiagge è dovuto agli scoli illegali in mare aperto dei liquidi di sentina delle petroliere.

(Diapositiva 2.)  Per quanto riguarda le grandi navi che continuano a solcare il nostro mare (per avere un’idea del traffico, il dato dell’anno 2005 è che davanti ad Ancona, nel così detto settore 4, sono transitati esclusivamente per il trasporto di materiale pericoloso o inquinante, ben 1830 navi), occorre assolutamente istituire dei corridoi longitudinali. Questi garantirebbero non solo rotte di separazione nelle direzioni nord sud, impedendo ogni possibilità di collusione navale, ma anche capaci di gestire il continuo fenomeno delle onde “anomale” che mettono in pericolo i bagnanti, che giornalmente vengono travolti di sorpresa da grandi onde. Questo fatto incide negativamente sul turismo balneare.

La terza questione è una delle più salienti e punta diritta ad uno degli storici problemi italiani: lo smisurato trasporto su gomma, in continua crescita. Come succede per l’immondizia, siamo lungi dal ragionare come produrre meno spazzatura,perché pare che renda economicamente di più smaltirla (discariche, inceneritori ecc.). Per il traffico veicolare siamo portati a ragionare su come renderlo più snello e veloce, con conseguente aumento di chilometri e chilometri di gallerie che devastano il sistema idrogeologico sotterraneo e chilometri e chilometri di asfalto per strade e parcheggi. Asfalto che poi va mantenuto con il catrame,che si fa con il petrolio. Ecco, allora, che serve più petrolio per portare petrolio. Aumentano così il traffico navale e quello veicolare, con conseguente aumento dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua (piogge acide). La conseguenza è che noi saremo sempre più poveri, inquinati e malati e chi ha il petrolio sarà sempre più ricco e potente, ma anche inquinato e malato.

Tutto questo è arcaico e lontanissimo dall’eco sostenibilità e dalla salvaguardia del pianeta. Tutto questo è sciocco.

(Diapositiva 3.) Quindi, quarto punto, su entrambe le sponde dell’Adriatico va potenziata la cultura della mobilità ferroviaria.

Uno scambio veloce delle merci fra i Quadranti Orientali e Occidentali del Mediterraneo, sarebbe potenziato investendo nel tratto Durres-Veria o Ploce-Sarajevo, ma soprattutto nello strategico raddoppio della tratta Ancona-Orte-Civitavecchia, attualmente una delle più lente e pericolose di tutta la rete nazionale per via del binario unico. Quest’ultimo intervento permetterebbe di decongestionare parte del traffico di merci e persone dirette verso occidente (Spagna e Portogallo) o viceversa, sottraendolo dall’alto e medio Adriatico.

Il Festival Adriatico Mediterraneo quindi, oltre a puntare i riflettori sull’impegno di alcune regioni in favore di una salvaguardia degli habitat marini o delle popolazioni legate al mare, potrebbe rafforzare il suo impegno verso l’ Economia Sostenibile, una politica che tutela l’ ambiente. L’ iniziativa di oggi dimostra infatti, come l’ ambiente sia volano economico ed occupazionale,  attraverso la sua salvaguardia e la valorizzazione delle sue risorse. Una maggiore attenzione va alla gestione politico-economica, affinchè alcuni vecchi schemi vengano eliminati a favore di un aumento della qualità della vita futura, strettamente legata alla risoluzione di questioni come la mala gestione del settore petrolio e dei trasporti.

Marco Zannini - Direttore Parco Naturale Regionale del Conero

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