Imprenditori agricoli ed esercenti dell’ area Parco si impegnano in prima linea per la crescita culturale del Conero.
Imprenditori agricoli ed esercenti dell’ area Parco si impegnano in prima linea per la crescita culturale del Conero. Grazie ad un accordo tra la Cooperativa agricola Terre del Conero e l’ Università la Sapienza, il Parco del Conero avrà presto a disposizione materiale didattico e delle riproduzioni, derivanti dalla sensazionale scoperta fatta nel 1999 a Portonovo e affrontata nel 2011, di un insediamento neolitico e dei 16 forni risalenti a 7.000 anni fa. Il 15 settembre 12 archeologi e studiosi dell’ Università romana potranno ripartire infatti con gli scavi, facendo conto sulla basilare collaborazione e sensibilità del proprietario del fondo Francesco Bellardinelli e sull’ ospitalità fattiva per un mese di alcune aziende facenti parte della filiera Terre del Conero. Per l’ esattezza del Presidente della Cooperativa Rodolfo Tagliarini dell’ azienda agricola Bennaduci e Tagliarini, di Marcello Nicolini del ristorante il Laghetto di Portonovo e di Marco Giacchetti, titolare dell’ omonimo ristorante della Baia. Una formula di collaborazione nuova e preziosa questa, tra il privato, il pubblico e l’ Università, che permette di portare a stati di avanzamento la scoperta e di investire i pochi fondi a disposizione degli studiosi, per l'allestimento del cantiere di scavo. Una sorta di volontariato civico. Gli studiosi, al termine del lavoro di scavo, si sono impegnati a fornire all’ Ente Parco del Conero (soggetto pubblico promotore del progetto di filiera insieme alla Cooperativa agricola Terre del Conero), un assaggio di archeologia sperimentale, ovvero una riproduzione dei forni, di utensili e del materiale didattico, per la promozione del territorio ed ai fini culturali. ‘Auspico che questa forma di collaborazione con l’ Università da parte di noi privati –commenta Rodolfo Tagliarini- sia d’ esempio per altri ai fini della crescita sia culturale che sostenibile del territorio. Mettendoci del nostro infatti, si permette agli archeologi di mantenersi nel tempo che occorre per dare nuova luce a questa incredibile scoperta. Di fronte ad uno sviluppo intelligente del territorio legato a progetti, se ci rimboccassimo tutti le maniche, sarebbe molto più facile e veloce raggiungere il risultato finale’. In pratica, si offre in questo modo all’ indotto dell’ area protetta e regionale, la possibilità di aggiungere un’ altra eccellenze al già ricchissimo patrimonio culturale esistente, che permetta altresì di ripercorrere la storia dei nostri antenati, grazie a testimonianze emerse dagli scavi. I ricercatori vi hanno trovato forni a pianta circolare, di diametro variabile dai 1,60 a 1,80 metri, alcuni dei quali con pareti, volta e imboccatura molto ben conservate: si tratta di un ritrovamento eccezionale, dato che non si conoscono altri siti con simili concentrazioni di strutture “specializzate” in Europa. Il fatto poi che non ci siano tracce di strutture abitative lascia aperti possibili scenari da ricostruire. Gli archeologi sono arrivati a Portonovo per la segnalazione dello studioso locale Giuseppe Barbone che, nel 1999, contribuì a localizzare i resti di un insediamento neolitico, riferibile a una comunità di ben 7000 anni fa. Nel 2006, la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche, fece effettuare i primi sopralluoghi sotto la direzione della dottoressa Mara Silvestrini, che si rivelarono decisivi. Dal 2011, si è avviato il progetto di scavo sistematico a cura della Sapienza, guidato dalle docenti Alessandra Manfredini e Cecilia Conati Barbaro, che ha portato adesso a questo primo traguardo. Ed il caso vuole che a pochi metri da questi meravigliosi forni, le aziende agricole facenti parte di ‘Terre del Conero’, coltivino e producano quel pane, ormai fiore all’ occhiello dell’ intera area protetta, prodotto di punta della neo nata filiera locale agroalimentare. Sono 60 le aziende che vi fanno parte con la proposta di una serie di prodotti certificati di alta qualità caratterizzanti il Parco del Conero. Nata da un progetto di PSR regionale, ne fa parte anche l’ Ente Parco del Conero. Si ricorda che dal 19 al 22 settembre, la sensazionale scoperta dei forni del Parco del Conero saranno oggetto di approfondimenti nel contesto di Pane Nostrum, la manifestazione indetta a Senigallia dal Comune, Confcommercio e C.I.A. della Provincia di Ancona, realizzata in collaborazione con la Camera di Commercio di Ancona, Provincia di Ancona, Regione Marche Assessorato Agricoltura. “I fornai neolitici di Portonovo” è il titolo della conferenza a loro dedicata, un incontro aperto al pubblico per presentare gli ultimi risultati delle ricerche archeologiche che l’Università di Roma La Sapienza sta conducendo a Portonovo, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche. La conferenza è organizzata a cura degli archeologi che conducono lo scavo dal 2011, Cecilia Conati Barbaro e Alessandra Manfredini. A Pane Nostrum la Cooperativa agricola presenterà nel suo stand lo speciale pane a lievitazione naturale Terre del Conero, riconoscibile dall’apposito marchio.
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