19 Gennaio 2017

Un nuovo Habitat arricchisce la biodiversità del Conero

I ginepri crescono e la natura del Conero si rivela più ricca e più bella. 

La presenza di questa specie – Juniperus oxycedrus L. (ginepro rosso)– era già nota dalle precedenti ricerche floristiche sul parco in formazioni arbustive abbastanza frequenti nell’area mediterranea ma ora la scoperta di esemplari arborei, alcuni anche di notevoli dimensioni, peraltro in una specie dal lento accrescimento, consente l’individuazione di un nuovo Habitat d’interesse europeo. La ricerca è stata condotta dal personale dell’Ente Parco del Conero che ha curato le verifiche sulle tre aree interessate e cartografate, predisponendo la necessaria documentazione fotografica e cartografica nonché la relazione conclusiva che, dopo la recente approvazione da parte del Direttivo dell’Ente, sarà trasmessa alla regione Marche per il riconoscimento definitivo da parte del Ministero dell’Ambiente. Le aree in questione sono: una in località Monte Colombo, di nuova individuazione e le altre due in località Monte Larciano e Pian dei Ciliegi, già cartografate e individuate come ginepreti nelle carte della vegetazione e degli habitat, ma assegnati ad una diversa categoria, più comune. Esemplari di ginepro rosso anche di grandi dimensioni sono presenti non solo in queste tre località ma anche in altre aree del Parco del Conero, caratterizzate dall’evoluzione spontanea della vegetazione a seguito dell’abbandono delle pratiche di coltivazione. Il ginepro rosso è una specie termofila (letteralmente “amante del caldo”), colonizza in particolare le praterie con suoli superficiali, calcarei, esposizione assolata e quindi ambienti particolarmente siccitosi, dove, grazie alle sue caratteristiche morfologiche, si rivela competitiva. L’habitat di interesse comunitario di nuova individuazione è denominato 5210: Matorral arborescenti di Juniperus spp. e viene definito come “macchie di sclerofille sempreverdi mediterranee e sub-mediterranee organizzate attorno a ginepri arborescenti”. Sul Conero è rappresentato da formazioni secondarie (ovvero strettamente legate all’attività dell’uomo, in questo caso la messa a coltura dei terreni in passato, seguito dal recente abbandono delle coltivazioni) a prevalenza di ginestra (Spartium junceum) e ginepro rosso, spesso a mosaico con le praterie. Possono essere pure abbondanti il sanguinello (Cornus sanguinea) e l’alaterno (Rhamnus alaternus). Altre specie presenti e localmente abbondanti sono di tipo arboreo e in particolare il Pino d’Aleppo (Pinus halepensis), presente in genere con giovani esemplari nati da seme, l’orniello (Fraxinus ornus), e la quercia castagnara (Quercus virgiliana), fino a poco fa considerata una varietà di roverella (Quercus pubescens). L’invasione dell’arbusteto da parte di specie arboree è indice che la vegetazione sta evolvendo verso il bosco, e questo processo è considerato una minaccia per l’habitat in questione. Da qui la necessità della gestione da parte dell’uomo, l’utilità di un moderato pascolamento, ed eventuali tagli selettivi delle specie arboree. Occasione preziosa per l’ambiente ed anche conferma delle professionalità espresse dal personale dell’Ente Parco, in particolare nella dott.ssa Ferroni, che ha svolto il lavoro nelle sue varie fasi con la supervisione scientifica del prof. Edoardo Biondi, straordinario esperto internazionale sulla Rete Natura 2000 ed attuale consigliere del parco. La presenza del nuovo habitat 5210, abbastanza localizzato, non richiede al momento modifiche sul piano normativo, se non a livello di aggiornamento del Piano di Gestione dei Siti Natura 2000 e dei Formulari Standard della ZSC e ZPS denominate entrambe Monte Conero e conferma l’efficacia della tutela in essere che il parco sta perseguendo attraverso i propri strumenti di pianificazione e gestione. Nel caso di monte Colombo, poi, si riscontra la positiva azione del bestiame allo stato brado che impedisce l’evoluzione dello specifico habitat verso più diffuse formazioni boschive; in questo caso mostrando la perfetta sintonia e reciproca utilità tra agricoltura e natura. L’individuazione del nuovo habitat è anche opportunità per mostrare altresì le potenzialità operative dell’Ente stesso visto che questo risultato è stato conseguito senza alcun onere e in un momento di difficoltà generalizzate anche questo ci sembra un ottimo segnale. Non soltanto per la natura!