Migliorare la fruizione dei sentieri del Parco, questo è lo scopo dell’ incontro tenutosi tra il Parco del Conero ed il Club Alpino Italiano.
Un proficuo ed utile scambio di punti di vista in direzione del sentiero del Passo del lupo ad esempio o della massiccia presenza di mountain bike nei tracciati ufficiali. L’ incontro si è svolto ieri pomeriggio presso gli uffici del Parco del Conero, tra il Vicepresidente Gilberto Stacchiotti, il Consigliere Fabia Buglioni, il Direttore Marco Zannini ed i rappresentanti del CAI, nelle persone del presidente del Club di Ancona Arnaldo Piacenza e del Presidente del Gruppo Regionale Marche Lorenzo Monelli, alla presenza di Francesco Burattini, memoria storica dei luoghi del Monte Conero. Il Club Alpino Italiano, la storica associazione di tipo ambientalista che “ha per scopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”, oltre ad avere tra i propri obiettivi la diffusione della frequentazione della montagna e l’organizzazione di iniziative alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, capillarmente diffuse sul territorio nazionale, ha quello di contribuire alla manutenzione dei sentieri. Questo scopo si inserisce perfettamente nell’ambito di quello che il Parco del Conero sta facendo per avere un supporto concreto da parte di quanti amano e frequentano i 18 sentieri dell’area protetta. ‘Si è convenuto entrambi –spiegano Stacchiotti e Buglioni- sull’importanza di riaprire il Passo del Lupo, con la consapevolezza che la montagna non garantisce un rischio zero, ma può offrire quel valore aggiunto diversificandosi dal mero turismo balneare, per una conoscenza ed una fruizione ampia e qualificata del territorio, che può diventare attrattiva per quanti amano la montagna ed ascoltano il suo richiamo affascinante. Il Passo del Lupo offre scorci ed emozioni uniche nel proprio genere, pertanto andrebbe di certo riaperto e valorizzato, con le dovute cautele e restrizioni del caso, con la consapevolezza di stare attraversando una zona impervia, a volte anche ostile’. Si è parlato anche di convivenza con la diversa fruizione, che si è trasformata nel tempo, relativamente alla massiccia presenza di mountain bike nei tracciati ufficiali e non. La regola principale tra i diversi fruitori deve essere quella della correttezza e del rispetto verso quanti percorrono i sentieri nelle diverse maniere, oltre al rispetto della natura e dell’ equilibrio a volte fragile tra biodiversità. Tutti d’accordo nel voler ripetere periodicamente questi momenti di confronto ‘che possono solo giovare –concludono i vertici dell’ Ente Parco- ad un rapporto armonioso tra l’Ente, nella sua funzione istituzionale di tutela della natura e fruitori come il CAI, che raccoglie ed organizza persone che amano e rispettano la natura e la vogliono vivere nel migliore dei modi, nella conservazione e nella valorizzazione della storia di un territorio le cui tracce di vita sono millenarie. Le generazioni future hanno il diritto di poter conoscere ed amare questo territorio come lo stiamo facendo noi ora’.
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