Un futuro sostenibile per la pesca, il commercio e il turismo con tutto il loro indotto, questa è la richiesta dell’ Associazione Turistica Riviera del Conero che ha chiamato a raccolta sindaci, associazioni, l’ Ente Parco del Conero e i rappresentati del turismo a fare quadrato, a difesa del mare Adriatico e della pesca.
Carlo Neumann, presidente della ATRC, in seguito alle forti preoccupazioni evidenziate dalla maggioranza dei soci, ha convocato a fine ottobre d'urgenza un consiglio di amministrazione specifico per approfondire la reale situazione dei progetti relativi alle "trivellazioni" in Adriatico. Nella riunione si sono analizzati vari aspetti riguardo ad una veloce e numerosa concessione di autorizzazioni, in campo estrattivo in mare, da parte del Governo Italiano. Hanno partecipato, tra gli altri, anche Andrea Boraschi di Greenpeace, responsabile Italia delle campagne energia e clima, Alessandro Gianni, direttore delle campagne Italia, la presidente di Legambiente Marche Francesca Pulcini e il presidente del Parco del Conero Lanfranco Giacchetti che ha detto: ‘Il Parco fin da subito ha avuto un atteggiamento di opposizione ed è al fianco all’ Associazioni No Trivelle nell’ Adriatico. Il fatto che 10 regioni abbiano chiesto di indire un referendum in tal senso, dimostra la sensibilità che c’è su questo piano’. Oltre al Sindaco di Numana Gianluigi Tombolini, di Montefano Carlo Carnevali, di Santa Maria Nuova Angelo Santicchia, si è schierata la vicina Senigallia di cui il vicesindaco Maurizio Memè ha focalizzato l'attenzione sulla mancanza di una reale necessità strategica delle risorse estraibili a confronto di tutta l'economia turistica e della pesca, del bacino Adriatico Ionico. Un forte sostegno è arrivato dal Sindaco Moreno Misiti, da sempre attento sulla questione e dalla presidente degli Albergatori Annamaria Ciccarelli che ha proposto di coinvolgere tutte le associazioni sindacali del turismo e della pesca. ‘Durante la riunione, -ricorda Carlo Neumann- dall’ analisi delle notizie in merito alla questione trivelle è emerso un quadro sconcertante circa gli aspetti economici, ambientali e dei futuri effetti sulla pesca, sul turismo e su tutto l'indotto. In un momento di crisi come quella che stiamo vivendo si possono avere speranze per il turismo se si punta sull’ambiente seguendo l’Europa invece, in sintesi si va a dare spazio a un settore, quello estrattivo, che oramai dovrebbe essere obsoleto, per tecnologie, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per i danni gravi che causa del clima. Il settore turistico per l'Italia poi, soprattutto nel 2015 ha avuto finalmente un raggio di sole e il settore della pesca che per l'Italia e la Croazia ha un valore alimentare, sociale e intangibile elevatissimo. Sembra strano quindi dover realizzare e valutare, dei progetti di questo tipo, in un mare così piccolo e fortemente soggetto ad attività sismica. Ci chiediamo: quale competenza scientifica c’è dietro agli studi addotti per ottenere le concessioni di esplorazione? Un mare Adriatico sano portatore di economie può dare una speranza, un futuro, un lavoro e l'alimentazione per le popolazioni costiere per centinaia di anni, contro uno sfruttamento che privilegia il settore petrolifero che pare in grado di fornire una quantità di risorse sufficienti allo Stato italiano solo per alcuni mesi’. Il 29 è stata indetta una nuova riunione per coinvolgere i rappresentanti delle destinazioni turistiche marchigiane della costa e dell'entroterra, per portare in sede di giunta e di consiglio regionale, davanti all'assessore all'ambiente, alla pesca, al turismo e al presidente Luca Ceriscioli, la richiesta di un progetto economico totalmente diverso, più nazionale e veramente sostenibile.