L’era digitale, il GPS, la carta escursionistica ma…prima come si faceva? Certo l’approccio era molto più avventuroso.
Per molto tempo unico riferimento sono state le carte dell’’Istituto Geografico Militare (IGM) di Firenze, le famose “tavolette” dalla grafica essenziale e dai contenuti standardizzati. A parte la scala e la “leggibilità” non proprio immediata, l’IGM copriva l’intero territorio nazionale però i tempi di aggiornamento erano spesso decennali e con straordinario rigore alla sicurezza nazionale così che: in zone soggette a servitù militari come il Conero ampie zone venivano semplicemente “oscurate”. Per molte mete turistiche ed alpine ben presto arrivano le carte Kompass o di altre case editrici private ma, questo, non succede per il nostro territorio. La prima carta escursionistica del Conero è opera di Francesco Burattini, che nel marzo 1985 la diffuse in allegato alla “Guida del monte Conero” edito da Industrie Grafiche Fratelli Aniballi di Ancona, un volumetto formato tascabile che dopo una illustrazione delle caratteristiche ambientali del Conero offre una rassegna di 16 percorsi escursionistici, principali riferiti in particolare al rilievo principale e 10 vie d’arrampicata sulle falesie sopra le Due Sorelle. La profonda conoscenza dei luoghi da parte dell’autore che alla passione unisce già una ricca esperienza di istruttore nazionale di alpinismo nel CAI di Ancona, insieme ad originali contributi di esperti tematici, garantiscono un immediato successo all’iniziativa editoriale che colma un vuoto editoriale notevole. Poi bisogna attendere la primavera 1990 per un’altra iniziativa a favore dell’escursionismo, promossa dall’Associazione Intercomunale 12 e realizzata da WWF e Legambiente che predispongono una mappa di sentieri questa volta estesa all’intero territorio protetto mentre il gruppo scout FSE Ancona 1 esegue la prima segnaletica dei dodici percorsi, individuati con segnavia bianco- verdi. Alla mappa, in carta riciclata e alquanto schematica, si affianca una descrizione innovativa delle caratteristiche naturali descritte per ambiti biogeografici: il tratto costiero nord e sud, il monte Conero, le colline interne la baia di Portonovo e la pianura del Musone. Con la costituzione del Consorzio, sarà una commissione tecnica a valutare la rete escursionistica esistente proponendo una selezione di 18 percorsi scelti in modo da favorire una scoperta degli aspetti più significativi del territorio protetto con possibilità di fruizione per tutto l’anno. Il 4 agosto 1993 il Consorzio di gestione presenta la carta escursionistica “ufficiale” del parco, stampata dalla SELCA di Firenze, con un’originale conferenza stampa itinerante che porterà giornalisti, tecnici ed amministratori proprio lungo il sentiero che conduce al passo del Lupo destinato a diventare oggetto di accese polemiche. “Conero senza segreti” è il titolo scelto dalla stampa locale per raccontare l’evento e l’importanza di una mappa a cura di WWF, CAI, Legambiente, Italia Nostra e Conero bike club con le belle foto di Aldo Forlani e Marco Borioni “ in scala 1:200.000 che è finalmente uno strumento alla portata di tutti; lo stesso Consorzio in quella occasione si impegna ad operare per la segnaletica necessaria e la pulizia dal Passetto a Sirolo dei diciotto sentieri tutti da scoprire. Per la georeferenziazione occorre attendere ancora perchè diventa realtà nel 2010 con il contributo del CAI cui va il merito di rilanciare un progetto di adeguamento della segnaletica agli standard ufficiali. Così nel terzo millennio i vecchi segnavia metallici lasciano il posto ai classici indicatori di legno a strisce bianco-rosse e, contestualmente, la numerazione dei percorsi viene adeguata alle nuove norme regionali su tre cifre. Sembra la fine di una storia ma ormai nel mondo di Google e dei droni anche l’escursionismo ha girato pagina.
Gilberto Stacchiotti - Vice Presidente Ente Parco del Conero