12 Settembre 2017

Ultimo giorno per salvare il suolo: nelle Marche raccolte migliaia di firme

L’Italia sta consumando ogni giorno il suo bene più prezioso: il suolo. Il bene ambientale da cui tutti noi dipendiamo per ricavare cibo, salute, protezione, è sotto continua minaccia a causa dello sfruttamento selvaggio.

Oggi, martedì 12 settembre, è l’ultimo giorno per firmare l’appello su salvailsuolo.it e chiedere finalmente all’Europa una legge sul suolo che ci protegga da nuove catastrofi e da un futuro incerto. Si può infatti aderire anche online, compilando con i dati del proprio documento di identità il modulo di firma sul sito www.salvailsuolo.it. A questo scopo, nel corso dell’ultimo anno, il Circolo di Falconara, il Circolo di Urbino, il Circolo di Pesaro, il Circolo Pungitopo di Ancona che ha lavorato in stretta collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche, la Sipe (Società Italiana Pedologia), la Siss (Società Italiana Scienza del Suolo) e A.C.U. Gulliver, il Circolo di Civitanova, il Circolo di Porto Sant'Elpidio, il Circolo di Fermo, il Circolo di Macerata e il Circolo di San Benedetto, al fine di sensibilizzare ed informare i cittadini sulla campagna “Salva il Suolo”, hanno organizzato numerosi eventi e raccolte firme in occasione di festival, manifestazioni e sagre lungo tutto il territorio marchigiano, nel corso dei quali sono state raccolte migliaia di firme (cartacee e online), dato ancora in corso di aggiornamento. “Nelle Marche l’emergenza suolo sembra essere ancora più forte, considerando l’approvazione della legge regionale n.25 del 2 agosto 2017, che prevede la semplificazione burocratica per accelerare la ricostruzione post sisma. Questa legge, infatti, non parla mai della necessità di frenare lo spaventoso consumo di suolo che interessa la nostra regione, e che in questo momento minaccia soprattutto le aree del cratere, e accredita l’idea che la tutela del territorio e dell’ambiente sia un freno alla ricostruzione” - dichiara Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. “La Regione Marche, infatti, ha deciso di prendere la scorciatoia della deroga al Piano Paesistico Ambientale Regionale, ai Piani Territoriali Coordinamento provinciali e ai Piani Inquadramento Territoriali, frutto di tanti anni di maturazione della coscienza ambientale e della gestione del rischio idrogeologico, sismico e da alluvioni. Un segnale sbagliato perché i piani e gli istituti di tutela sono la base per l’obiettivo principale su cui tutti concordiamo, cioè quello di tornare ad abitare l’Appennino in sicurezza. Questa legge, tra l’altro, potrà solo parzialmente perseguire il suo obiettivo, visto che inevitabilmente gli istituti di tutela nazionali (beni culturali e ambientali, vincoli idrogeologici, norme per la salvaguardia dei parchi e delle riserve) e quelli europei (SIC, ZPS e Rete Natura 2000) rimangono inaggirabili e si ripresenteranno con tutta la loro portata alla conferenza dei servizi”. Il contrasto del consumo e del degrado del suolo è una emergenza per l’Europa, ma è una battaglia ancor più cruciale per il nostro Paese, dove maltempo ed eventi naturali intrecciano tragicamente i loro effetti con l’abusivismo edilizio e la cementificazione selvaggia ai danni di un territorio vulnerabile. Non sarà facile mettere in sicurezza le nostre città fino a quando fare rigenerazione urbana sarà più difficile e meno vantaggioso che occupare con nuove costruzioni, abusive o meno, il suolo libero. Il sisma del centro Italia e quello più recente di Ischia, sono le tragedie più recenti ma tante altre si possono ricordare, come le alluvioni a Genova e in Veneto o l'ultima a Livorno, le frane a Giampilieri e Sarno, tanto per fare esempi di eventi naturali divenuti disastri anche a causa di urbanizzazioni eccessive, che impermeabilizzano il terreno, occupano aree a rischio, le saturano di edificazioni spesso abusive e di qualità inadeguata. Si firma per chiedere lo stop alla cementificazione, all’abusivismo e alla costruzione di ecomostri; per impedire che l’ennesimo evento naturale si trasformi in sciagura; per un più efficace contrasto all’avvelenamento della terra e alla nascita di discariche tossiche: in definitiva contro il degrado del suolo, una perdita ambientale con pesanti ripercussioni economiche e sociali alla scala globale, che hanno a che fare con la limitatezza della risorsa costituita dalle terre coltivate, da cui dipende anche l’origine del cibo. Evidenze spiegate da un manifesto diffuso oggi che illustra quattro buoni motivi per firmare la petizione ‘Salvailsuolo’. A livello europeo l’iniziativa è promossa da People4Soil, rete europea di 550 ONG, istituti di ricerca, associazioni di agricoltori e gruppi ambientalisti, rete sviluppatasi per promuovere una Iniziativa dei cittadini europei (ICE) volta ad introdurre una legislazione specifica sul suolo in Europa. In Italia la raccolta firme è parte della campagna #SALVAILSUOLO, promossa da una task force di associazioni tra cui ACLI, Coldiretti, FAI, Istituto Nazionale di Urbanistica, Legambiente, LIPU, Slow Food, WWF.

 

 

Legambiente Marche