I rilievi e le depressioni su cui si estende il tessuto urbano di Ancona seguono l’andamento nordovest-sudest; questa direttrice è determinata dalla struttura geologica e tettonica dell’area del Conero, a sua volta strettamente connessa al sollevamento appenninico.
La valle della Pannocchiara, che dal Passetto attraverso il Viale della Vittoria scende al Porto, è la depressione più orientale ed è quella in cui con successive fasi di espansione si è realizzata la completa urbanizzazione. Parallelamente a questa valle, più a ovest, scende il torrente Miano, che partendo dai rilievi che culminano nel Monte dei Corvi ha come sbocco a mare il fosso Conocchio nella zona della Stazione. La valle del Miano, più stretta e fuori dalle vie di comunicazione, è rimasta esclusa dallo sviluppo urbano e ha conservato la tradizionale vocazione agricola oltre a pregevoli aspetti naturalistici. Nel 1983 in quest’area è stata proposta la realizzazione di un bosco urbano per favorirne – attraverso interventi di rinaturalizzazione e diffusione di specie autoctone – una fruizione pubblica soprattutto un polmone verde contro gli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico in città. La previsione è diventata scelta urbanistica con la coerente previsione di bosco urbano nel PRG di Ancona. Una passeggiata che dal cuore della città ci porta verso il parco del Conero, scoprendo una zona di silenziosa bellezza: questo è il percorso Direzione Parco realizzato con una campagna di raccolta fondi promossa dalla casa delle culture di Ancona con banca Etica. Grazie alla generosità di cittadini ed Enti è stato possibile realizzare interventi di manutenzione e pulizia del tracciato ed una prima segnaletica per favorirne una migliore fruizione. A ridosso della città lo stretto alveo del rio Miano scorre incassato, quasi nascosto dalla vegetazione ripariale con prevalenza di canna (ad indicare abbondanza di acque superficiali) e pioppi mentre dense coperture di rovi e vitalba restituiscono continuità al paesaggio lineare. Si attraversano piccoli lembi di rigogliosi canneti, macchie di alloro e localizzata presenza di equiseto. In alcuni punti sono presenti specie più amanti dell’acqua, come il salice rosso e il salice da ceste, in altri specie meno igrofile, come il salice bianco e i pioppi bianco e nero. Subito dietro trovano rifugio in una stretta fascia le specie proprie dei boschi mesofili, come la roverella, l’olmo, l’acero campestre e il carpino nero. Nel tratto centrale del percorso, in cui il fondovalle delimita il confine del parco del Conero, il paesaggio si apre su di un ampio paesaggio collinare mentre sulla destra del rio – qui ben visibile mentre scorre tra piccoli salti e modeste pozze gradevoli alla vista quanto preziose per la fauna - la sponda è abbellita da un singolare filare di pioppi che qui si presentano numerosi ed in ottima salute; tra i primi che si incontrano spicca per dimensioni e bellezza un esemplare probabilmente secolare. La vegetazione ripariale è ridotta a seguito di interventi di manutenzione idraulica di cui beneficia la canna per diffondersi. Saltuaria la compagnia di roverelle e salici. Elemento principale del paesaggio nella valle del Miano è la campagna così dolcemente adagiata sui rilievi collinari al di sotto di Pietralacroce: si crea così un paesaggio a mosaico molto gradevole, grazie anche ad olivi solitari e soprattutto alle folte siepi che delimitano proprietà o indicano rigagnoli che scendono verso il rio Miano. Filari con vistosa presenza di querce vetuste, accanto ad alloro e rovi, completano gli elementi principali di questi ambienti; dove il terreno è particolarmente acclive, le siepi si espandono fino a dar luogo a modesti lembi di querceto. Qui si coltivano granoturco, girasole, sorgo e grano mentre modesti appezzamenti sono destinati agli ortaggi; curiosando un po’ si trovano fichi, nespoli ed altri alberi da frutto che trovano rifugio soprattutto in prossimità delle abitazioni. Abbastanza limitata la coltivazione della vite. Significativa la presenza di una varietà di melo e del giuggiolo, pianta legata alla cultura contadina. Segni di abbandono si leggono in alcuni casolari quasi ridotti a ruderi e soprattutto sugli appezzamenti in cui la natura sta lavorando per riconquistarli ad un nuovo equilibrio. Poi risalendo verso la testata della valle si può scegliere se raggiungere Pietralacroce ed affacciarsi ad osservare il mare oppure tuffarsi nel verde abbraccio di un boschetto che ci restituirà frescura fino a Villa Romana; nel primo caso potremo apprezzare un bel viale di una trentina di querce, fasciate dall’abbraccio di edera, che ci accompagna al capolinea della linea bus 91; nella seconda scelta gusteremo la frescura di un bosco di carpino nero, orniello, roverella e alloro su un tappeto di edera con elementi mediterranei quali il pungitopo e lo stracciabrache. Nel silenzio è possibile osservare l’acrobata del bosco - lo scoiattolo - mentre saltella sui rami più alti con straordinaria eleganza. Siamo ormai entrati nel parco del Conero. Nonostante la vicinanza con la città, la compagnia della ferrovia e la presenza di alcune attività la fauna conserva una discreta biodiversità, grazie alla contiguità con l’area protetta del parco del Conero dove l’attività venatoria è vietata da decenni. Qui troviamo specie di un certo interesse seppure abbastanza diffuse quali volpe, istrice, riccio e tasso la cui presenza – trattandosi di specie elusive – sarà più facilmente accertata indirettamente da tane, segni e tracce sul terreno come i caratteristici aculei bianco neri dell’istrice. La presenza della campagna ci aiuterà a ritrovarne le voci caratteristiche come il frinire delle cicale oppure il canto degli animali da cortile e naturalmente le voci degli uccelli legati a questi ambienti come tordo, merlo e corvidi. Nell’area è possibile osservare il volo del falco od ascoltare il canto del fagiano od ancora lasciarsi distrarre dal volo delle farfalle(comunissime le piccole licenidi e le bianche cavolaie) particolarmente attratte dai coltivi abbandonati ora ricchi di fioriture invitanti. Anche la ricerca di erbe spontanee con le loro caratteristiche proprietà medicinali o per utilizzo in cucina qui presenti con numerose specie – melissa, ortica, epilobio, malva, iperico - possono rappresentare una ghiotta occasione per visitare la valle. Buona passeggiata!
Gilberto Stacchiotti
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