Doveva fare sfoggio di sé all’ingresso della sede prestigiosa dell’allora Telecom e invece si ritrova in una piazza alquanto enigmatica che fatica a ritrovare una sua dimensione, una specifica funzione, un’integrazione con il cuore del centro storico cittadino.
Forse per questo il gruppo è collocato ai margini della vasta copertura di cemento che nasconde un grande parcheggio sotterraneo. E’ questa la modernità che ha preso il posto di un panificio militare ed un ampio caseggiato di cui restano foto e poco altro. Così che anche la storia di questa insolita presenza di un rinoceronte al centro di Ancona rischia di passare inosservata, quasi una curiosità eccentrica poco meno di una consegna sbagliata. La piazza, pur dedicata ad un illustre patriota come Pertini, fatica a ritrovare una sua identità. Sotto è parcheggio multi strato ma sopra le destinazioni sono mutevoli come i venti nel corso delle stagioni. Eppure non sono mancati concorsi, promesse solenni, decisioni quasi imminenti ma senza arrivare a scelte concrete. Così tra una stagione di mercatini natalizi o qualche estemporanea fiera oppure palcoscenico sportivo di effimera durata spesso la piazza si ritrova nel suo desolante vuoto in assordante solitudine. Attraversata da passanti frettolosi che non trovano nulla per restare o da guardare, riflettendo a quel vecchio panificio militare che in fondo è stata l’ultima vera funzione sociale di questo ampio spazio al centro della città. Adesso il rischio degrado è sempre dietro l’angolo e anche il gruppo scultoreo sembra trovarsi un po’ a disagio da queste parti; qualcuno propone di spostarlo in altra zona della città, magari vicino al porto che in questi tempi recenti sta vivendo una nuova stagione di riscoperta culturale e turistica. L’opera, terminata da Trubbiani nel 1995, prende ispirazione da un naufragio del 1914 i cui superstiti approdano ad Ancona; tra essi una mamma rinoceronte che partorisce nella nostra città. Lo scultore pone accanto all'animale “protagonista” un suo figlio, facendo posare poi un fenicottero sopra la gobba più alta del rinoceronte madre. Nasce così una "maternità" di rinoceronti che prenderà il nome di Mater Amabilis, delicata espressione di una materna protezione confortata dalla presenza del fenicottero in riposo e dalla curiosità della lucertola attirata dall'insolita incursione. Insomma un monumento ai valori positivi di sempre che va ben oltre la sorpresa di trovare animali così inconsueti per la nostra realtà faunistica. E scoprire che la storia c’entra poco non toglie nulla alla bellezza e meno ancora al valore artistico dell’opera; insomma il dramma del transatlantico “Gloria N.” affondato da una corazzata austroungarica all’improvviso scoppio della primo conflitto mondiale, da cui sarebbe sopravvissuta la rinoceronte in attesa, esiste soltanto in uno straordinario film di Fellini del 1983 dal titolo “E la nave va”. Una storia fantastica che aiuta piuttosto ad abbinare due straordinari artisti – un regista ed uno scultore – che in questa storia di fantasia hanno trovato occasione di confronto proprio qui ad Ancona legando così i loro nomi ad una città che sul mare si affaccia con la sua storia, l’economia e la cultura. E rendere più ricco questo legame!
Gilberto Stacchiotti
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