L’importanza geologica del parco si rivela una ricchezza pressoché inesauribile perché, nonostante una straordinaria bibliografia, le ricerche sul campo continuano a proporre nuove scoperte.
Stavolta è la presenza di diamanti “scioccati” nel microscopico guscio che protegge la cellula di alcuni particolari protozoi marini, i foraminiferi agglutinanti, a destare straordinario interesse e la soddisfazione dei ricercatori, un gruppo internazionale di studiosi – Rodolfo Coccioni dell’Università di Urbino insieme a Michael Kaminski e Adrian Jones dell’University College London (UK) e Dominic Armitage della Stanford University (USA) – che ha pubblicato questa interessante scoperta che, chiariamolo subito, non avrà risvolti economici né porterà all’apertura di miniere. 'Diciamo più correttamente -commenta la scoperta Gilberto Stacchiotti, presidente Ente Parco del Conero- che il Conero resta e si rafforza come una immensa miniera di conoscenze nell’ambito delle Scienze della Terra e non solo. La presenza di microdiamanti nel guscio dei foraminiferi agglutinanti è in questo caso collegata alle lontane ere geologiche ed in particolare all’impatto dell'enorme asteroide che dallo spazio piombò sulla Terra 66 milioni di anni modificando così pesantemente e a lungo le condizioni ambientali – temperatura, clima, luminosità – che molte specie animali scomparvero. I dinosauri prima di tutti'. Tracce di quell'evento sono conservate nelle rocce del Conero e quella sconvolgente estinzione di massa, evidenziata dall’abbondanza di iridio, oggi è segnata dal limite K-T(in inglese K-T Boundary), cioè il passaggio fra l'Era mesozoica (di cui il Cretacico è l'ultimo Periodo) e l'Era cenozoica (nei vecchi testi denominata Era terziaria) cui il parco del Conero dedica un’area attrezzata nella cava interna nel vallone di S. Lorenzo lungo il sentiero ufficiale 305. 'Ebbene -continua Stacchiotti- la presenza di microdiamanti nel guscio dei foraminiferi agglutinanti che identificano l'impatto di quel corpo extraterrestre non è stata facile da documentare; per questo la scoperta al Conero di diamanti scioccati ha una eccezionale rilevanza. Lo studio preliminare è stato pubblicato nel maggio 2008 ma i foraminiferi agglutinanti del limite K-T del Conero sono tuttora oggetto di ulteriori approfondimenti per la loro straordinaria utilità nella valutazione dei cambiamenti climatici e ambientali. Nel nostro caso gli studiosi, lavorando un pochino come i famosi cercatori d’oro, hanno prelevato grandi quantità di roccia che è stata poi sminuzzata, trattata con diversi reagenti, e infine lavata fino a raccogliere i foraminiferi agglutinanti. I successivi studi al microscopio ottico e a quello elettronico a scansione dotato di un sistema di dispersione energetica hanno così evidenziato e “certificato” nel guscio di alcuni foraminiferi agglutinanti la presenza di granuli di grafite (carbone puro) e di “schocked”, ovvero diamanti scioccati, così denominati perché prodotti dalle modificazioni fisiche indotte quando la grafite è soggetta a metamorfismo alle più alte pressioni. Proprio quelle generate dall'impatto dell'asteroide che 66 milioni di anni ha formato il grande cratere Chicxulub sepolto sotto la penisola messicana dello Yucatán'. Lo studio effettuato al Conero rappresenta una straordinaria scoperta scientifica come evidenziano i ricercatori nelle conclusioni delle loro ricerche: “Abbiamo identificato microdiamanti delle dimensioni di 5-10 microns e granuli metalliferi ricchi di Ni e Co nel guscio dei foraminiferi agglutinanti associati all'intervallo stratigrafico che comprende il limite K-T nella sezione del Monte Conero in Italia. Questa è la prima segnalazione, al di fuori dell'America settentrionale, di microdiamanti associati all'impatto che 66 milioni di anni fa portò all'estinzione dei dinosauri.” L’interesse scientifico di questa particolare ricerca al Conero resta sempre vivo e promettente. “Voglio esprimere un caloroso ringraziamento al prof. Coccioni e al mondo di ricercatori che dedicano così tanto interesse ed energie alla conoscenza del nostro territorio – conclude Stacchiotti – nella consapevolezza che tutto questo favorisce una sempre migliore consapevolezza dello straordinario valore di questo parco. Incoraggia e stimola lo stesso Ente parco a gestire tale patrimonio geologico con nuovo impegno, favorendone una fruizione diffusa con criteri e strumenti innovativi. E sono sicuro che questa scoperta dei microdiamanti associati all'estinzione dei dinosauri rappresenti un ulteriore contributo all’obiettivo del geoparco, cioè di un angolo del nostro Paese che davvero ha pochi confronti nel mondo.”
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