Tra le vicende bizzarre che la storia del parco propone stavolta parliamo del singolare legame che c’è stato tra l’istrice e il giornale del parco: pochi ricordano che superate le difficoltà di bilancio dei suoi anni iniziali, il Consorzio decide di puntare sulla fauna e sull’informazione, una specie di compromesso tra la visione sociale e quella ambientalista.
La reintroduzione dell’istrice con un progetto affidato al prof. Pandolfi di Urbino si rivela subito un percorso accidentato, il trappolamento non funziona e così i radio collari restano inutilizzati; il progetto viene ben presto abbandonato ma ci sarà comunque un lieto fine perché poi l’istrice arriva senza bisogno di alcun aiuto da parte dell’uomo. Ed oggi è una componente preziosa nella fauna del parco. Ben diversa invece la vicenda della comunicazione. Nel dicembre 1994 inizia l’avventura editoriale de “il parco c’è”, istruzioni per l’uso del Parco del Conero che più tardi diventa “nel parco c’è”, una svolta formale per sottolineare l’esistenza ormai consolidata dell’area protetta; andrà in diffusione gratuita con una tiratura di 15.000 copie a tutte le famiglie residenti nell’area protetta oltre ad Enti, associazioni e a quanti ne faranno richiesta. L’iniziativa si propone come strumento d’informazione privilegiata nei confronti della comunità locale ma anche di confronto naturalmente sempre guardando i temi che ci stanno a cuore; un modo per coinvolgere diverse anime del territorio e dare risalto alle iniziative e ai progetti del parco. Già dai primi numeri il nuovo progetto suscita partecipazione ed interesse con una quarantina di collaboratori: amministratori del parco, sindaci, naturalisti, ricercatori, rappresentanti di categorie professionali, studenti ma anche giornalisti o lettori. “Tutto ciò ci ha incoraggiato – scrive con soddisfazione il coordinatore Bruno Bravetti – ed al tempo stesso ci ha fatto sentire la responsabilità di un lavoro diventato sempre più importante. Il giornale del parco non è uno dei tanti mezzi di comunicazione ma un po’ come il centro visite, i guardiaparco ed i cartelli segnaletici: insomma una di quelle cose che non possono non esserci!”. Poi le difficoltà economiche ma soprattutto la necessità di un’informazione tempestiva, di un contato interattivo con la comunità locale ha orientato le scelte successive verso strumenti moderni di comunicazione a vantaggio in particolare dei social network. Nel 2012 il giornale in carta stampata va in archivio e al suo posto dal sito istituzionale dell’Ente parco compare la versione informatica del suo periodico; dalla cadenza bimensile si passa rapidamente ad un giornale “in progress” con aggiornamenti continui. La moderna vetrina del parco è FB, tribuna di dibattiti a volte anche accesi certamente una straordinaria opportunità di diffondere notizie, immagini e filmati sempre più preziosi e apprezzati. Eppure nonostante la comunicazione “on line” sia senza dubbio immediata e completa, le versioni cartacee del passato costituiscono una ricca fonte storica, un utilissimo diario sulla vita del parco e un piacevole ricordo dei risultati e delle difficoltà in cui il parco talvolta si è trovato ad operare. Quanto avvenuto al Conero rispecchia la storia della comunicazione nel mondo dei parchi in Italia. La breve stagione dei giornali del parco è un periodo felice anche nelle altre realtà protette marchigiane e non solo; nelle Marche si diffondono esperienze diverse come “Il parco” (periodico dell'Ente Parco Sasso Simone e Simoncello) o “Voci dal parco” (periodico del parco nazionale dei Sibillini) mentre il parco della Gola di Frasassi si affida alla comunicazione della locale Comunità Montana. E’ la risposta all’esigenza di farsi conoscere, comprendere ed apprezzare per così aumentare il consenso alla gestione che soprattutto in fase di avvio resta questione delicata per tutte le esperienze di protezione ambientale. Il 25 maggio 1995 si svolge a Portonovo una giornata nazionale di studio sull’informazione ambientale prodotta dai parchi con particolare riferimento ai notiziari a stampa; il titolo è “Parchi stampati”! A livello nazionale tuttavia l’esperienza più qualificante resta quella di Piemonte Parchi, una rivista che vanta oltre 30 anni di storia e che da sempre unisce al taglio naturalistico degli articoli, l'interesse per l'attualità rimanendo "unica" nel suo genere. Il primo numero esce a fine 1983 e si presenta con in copertina una bella immagine invernale di gufo reale su bordo giallo, tonalità che richiama le famose testate National Geographic e Airone; all’interno un supplemento sull’Alta valle Pesio, gioiello di quella rete di parchi e riserve che la regione Piemonte sta attuando con una politica all’avanguardia avviata nella primavera 1975. “Da rivista bimestrale cartacea (ai tempi dell'esordio) passa a mensile e per molto tempo resta l'unica rivista di un ente pubblico che si mantiene, per il 50%, grazie agli abbonati paganti e l'unica senza pubblicità: 48 pagine di divulgazione scientifica, informazioni sulle realtà e le attività dei parchi, particolarmente curate nella grafica e nella scelta delle immagini. Hanno lavorato per la rivista un migliaio di collaboratori: giornalisti, fotografi, tecnici, studiosi, ricercatori, dipendenti delle aree protette, appassionati che hanno messo a disposizione le loro sensibilità e professionalità. Dal 2006 Piemonte Parchi ha registrato un proprio dominio e diventa anche una testata giornalistica online accessibile su abbonamento. A dicembre 2012 cessa la pubblicazione cartacea, si concentrano le risorse sulla versione online che diventa free e accessibile a tutti. Nel 2016 Piemonte Parchi ha raggiunto oltre 6.000 iscritti alla newsletter e raccoglie una nuova sfida: comunicare la natura, l'ambiente e i parchi aprendosi al mondo dei new media.” Nel frattempo l’intera collezione delle 221 edizioni cartacee della rivista è disponibile sul sito piemonteparchi.it offrendo così un’eccezionale documentazione sul mondo dei parchi e sulla cultura che in pochi decenni hanno portato l’Italia a straordinari risultati nella strategia per la conservazione della natura e della biodiversità. Tutto scritto nero su bianco, ovviamente!
Gilberto Stacchiotti
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