Agli inizi era un piccolo seme culturale, un’attività marginale all’interno di una grande struttura associativa con pochi volontari che si riunivano ad Ancona sotto l’insegna di ARCI NATURA, suscitando la facile ironia di chi preferiva additarli come “Felce e mirtillo” volendo sottolinearne una collocazione politica di sinistra.
Ma a quei giovani preoccupavano le questioni ambientali, conoscerne sempre di più e soprattutto uscire con nuove iniziative per contaminare una opinione pubblica ancora poco informata; poi c’era lo slancio politico, vissuto tra denunce e proposte, per stimolare gli amministratori verso scelte di buon governo orientate su scenari futuri ed interessi collettivi. Chiaro che nel cuore prima di tutto c’era il Conero e la sua tutela, senza trascurare l’ambiente urbano con le sue crescenti complessità: il traffico, il verde cittadino, le attività portuali, il lavoro.. Fu nel 1980 che da questo laboratorio prende vita “il Pungitopo”, un circolo naturalistico molto battagliero capace di risvegliare e coinvolgere la cittadinanza nelle battaglie per la qualità della vita, favorendone nel contempo la conoscenza della bellezza naturale del territorio con coinvolgenti programmi escursionistici. La primavera diventa scuola nel verde alla scoperta di angoli marchigiani ancora intatti, spesso di non facile fruizione per la scarsità di segnaletica e cartografia ma straordinari per varietà, ricchezza e bellezza; è sul campo che si impara a conoscere gli alberi, le orchidee, le farfalle, i segreti dei fontanili e tutto quanto intense giornate all’aria aperta potevano offrire alla curiosità e alla sete di conoscenza del gruppo. E quelle stesse esperienze diventano poi occasione per coinvolgere il mondo della scuola con diverse iniziative tra le quali un servizio di visite guidate ad un parco ancora da realizzare, grazie al quale negli anni oltre diecimila studenti potranno scoprire la bellezza del monte di Ancona e la sua straordinaria valenza didattica. Così anch’io mi avvicino a questo mondo grazie ad una mostra sul Conero attraverso i reperti Paolucci e….inizio un percorso che continua tuttora. Nel novembre 1981 prende avvio l’avventura editoriale del Pungitopo, un giornale fatto in casa per chi vuole “saperne di più per vivere meglio”, diffuso con cadenza mensile in abbonamento o nelle edicole cittadine. Sarà strumento di opinione e denuncia anche sui principali problemi di una città capoluogo anticipando le campagne sui temi principali: l’aria, l’acqua, il traffico, il verde urbano, la salute dei cittadini, la questione energetica. E per alcuni anni la città di Ancona avrà un suo giornale di cultura ambientale dedicato alla specificità urbana con qualche ampia finestra sul territorio regionale e spaziando su più generali aspetti del mondo giovanile e culturale, tematiche di sana alimentazione e pacifismo. La sfida porta la firma di un giovanissimo direttore (Antonio Di Stasi) accanto al quale si affacciano collaboratori, redattori in erba ed aspiranti giornalisti che poi sono riusciti ad avere un proprio percorso professionale sul campo come Fabio Piangerelli o Giampaolo Milzi. Un’iniziativa davvero “fatta in casa” da un gruppo ristretto di volontari notturni per assemblare i pezzi alla lavagna luminosa e curare la spedizione agli abbonati: tutto rigorosamente a mano con la colla che a fine invio restava ben impressa sui polpastrelli delle dita, disagio questo davvero trascurabile rispetto alla piacevolezza di veder nascere ogni volta il nuovo numero. Nel Paese è un tempo di positive sinergie, battaglie “storiche” e cambiamenti importanti anche per l’associazionismo ambientale. Nel 1980 nasce la Lega per l’Ambiente ARCI (poi Legambiente) e il Pungitopo diventa subito un circolo della nuova associazione che proprio nelle Marche, nella splendida cornice di Urbino, dal 25 al 27 marzo 1983 tiene il suo primo congresso nazionale con il vincente slogan “Pensare globalmente, agire localmente”, efficace sintesi della strategia di valorizzare le specificità territoriali in un contesto di riferimento planetario. Bandiera della Lega per l’ambiente è uno sfondo giallo su cui risalta un cigno verde “che ci rappresenta - spiega il segretario generale Ermete Realacci – perché è bello, vive sia in natura che in città. E soprattutto perché all’occorrenza sa anche essere cattivo”. E’ un avvio molto fortunato che consente all’associazione di acquistare presto una piena autonomia dall’ARCI e diventare una delle principali protagoniste dell’ambientalismo italiano. Da allora il Pungitopo ha vissuto come circolo della Legambiente, efficace presidio della nostre battaglie per una migliore qualità della vita, la legalità e la sostenibilità organizzando azioni locali ma anche collaborando alle campagne nazionali che in giro per l’Italia hanno saputo risvegliare coscienze e sensibilità: il treno verde, puliamo il mondo, la goletta verde, salvalarte, voler bene all’Italia , spiagge e fondali puliti…tanto per citare alcune di queste felici “intuizioni”. E il giornale di cui si parlava all’inizio? L’avventura editoriale del Pungitopo si conclude dopo dodici anni con il n. 104-105 nel dicembre 1993. Piace pensare che da quel suolo fertile in qualche modo abbia attinto un’altra novità del nostro panorama culturale: l’Urlo, mensile di resistenza giovanile. Era apparso qualche anno prima come supplemento al Pungitopo per poi diventare una testata indipendente, apprezzata per originalità e contenuti. E grazie al lavoro del suo “inventore” Giampaolo Milzi continua dopo 23 anni di pubblicazioni a proporsi in distribuzione gratuita con lo stesso stile “controcorrente” e graffiante di sempre.
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