02 Maggio 2016

Pagine memoria 37 – Un riccio in politica

Ancona, laboratorio della politica. Si scopre anche questo curiosando nel passato recente di questo territorio, recuperando alla memoria fatti che sembrano svanire nell’oblio per l’affollarsi turbolento di vicende attuali.

Agli inizi degli anni Ottanta nel mondo ambientalista è forte il dibattito tra chi ritiene importante sostenere le proprie istanze dentro l’associazionismo e quanti, al contrario, propendono per un impegno diretto in politica ritenuto percorso di maggiore efficacia per una migliore qualità della vita. Da una parte gli intransigenti della purezza ideologica che percepiscono il contatto con la politica un grosso rischio di contaminazione che potrebbe danneggiare la spinta ideale dell’ambientalismo, respingendo quindi collaborazioni e partecipazione diretta. Sul fronte contrapposto, coloro che – al contrario – propugnano per un cambiamento dal “di dentro”, “ sporcandosi le mani” certo ma nella convinzione di poter così assicurare una presenza nelle sedi decisionali capace così di incidere sule scelte prima della loro definizione senza  rincorrerle più a cose fatte. La svolta avviene in occasione delle elezioni comunali di Ancona quando per la prima volta in Italia un gruppo di candidati si propone al di fuori dei partiti tradizionali avendo un programma specifico sulle priorità dell’ambiente.  Ad aggregare cittadini di diverse sensibilità ed esperienze erano state le battaglie comuni contro l’inceneritore di Bolignano e il maxi albergo del Poggio e, naturalmente, l’acceso dibattito per l’istituzione del parco del Conero accanto alla denuclearizzazione, la difesa degli animali e la lotta contro la caccia Un programma molto concreto di strategia territoriale su cui nasce la Lista Verde. Capolista della nuova proposta politica è il giovane Marco Moruzzi, laureando in scienze biologiche, ferroviere, attivista del WWF di Ancona e protagonista molto noto per il proprio impegno fin dagli anni '70 nelle principali battaglie cittadine per la qualità della vita, l'urbanistica, i parchi. Per la prima volta nelle schede elettorali, accanto ai simboli tradizionali, spunta un riccio stilizzato ad indicare la proposta “verde”, una proposta pungente e naturale. Una novità a cui i principali partiti reagiscono affrettandosi ad inserire nelle proprie liste rappresentanti eccellenti di quello stesso mondo di volontariato: Maurizio Sebastiani di Italia Nostra (DC), Gilberto Bagaloni del WWF (PRI) e Franco Sotte di Arci Natura (PC). L’esito delle votazioni del 26-27 giugno  1983 premia la lista del riccio che ottiene il 2,9% dei voti e Marco Moruzzi, ad appena ventitre anni, è il primo consigliere comunale verde d'Italia. Un risultato storico che però non modifica gli assetti di maggioranza; così seppure ridimensionati i partiti egemoni di allora - PCI e DC - si continuò con un nuovo governo di sinistra riconfermando il sindaco Monina. La delega all’ambiente compare per la prima volta tra gli incarichi di Giunta e viene assegnata ad una  giovane Valeria Mancinelli del PCI che trent’anni dopo diventerà sindaco della città.  Quanto alla politica dei verdi, dopo i fatti di Ancona, nel 1985 ci furono le prime candidature nelle elezioni provinciali e regionali ed in entrambi  i casi il nuovo soggetto riuscì ad avere un proprio rappresentante: Raffaele Zanoli in Provincia di Ancona e Gianluigi Mazzuferi al consiglio Regionale Marche. Un avvio che, da singole esperienze locali, tende a maturare un’ampia identità comune sul modello di quanto già presente soprattutto in Germania e Francia. Questo progetto sfocia, ben presto, nel raggruppamento dei movimenti ambientalisti ed ecologisti in un unico soggetto politico, che vede la nascita il 16 novembre 1986 a Finale Ligure, noto come Federazione delle Liste Verdi. Il simbolo che viene adottato è il Sole che ride, già presentato alle elezioni amministrative del 1985 in undici regioni, mutuato direttamente dal Movimento anti-nucleare danese e donato al movimento ambientalista da Marco Pannella, allora leader del Partito Radicale. In seguito i Verdi debuttano alle elezioni politiche nazionali del 1987, ottenendo il 2,5% alla Camera e il 2% al Senato con una rappresentanza di 13 deputati ed 1 senatore;  il primo capogruppo dei Verdi alla Camera diventa Gianni Mattioli, leader delle battaglie antinucleariste. Poi, i in occasione delle elezioni europee del 1989 i Verdi italiani si presentano divisi in due schieramenti: la "Lista Verde - Verdi Europa" che ottiene il 3,8% e il nuovo movimento verde -  i Verdi Arcobaleno” -  che conquista il 2,4%.;  entrano così nel Parlamento europeo con cinque rappresentanti. Il seguito è storia giunta fino ai nostri giorni. Pur con alterne vicende e senza conseguire i brillanti risultati dei Grunen tedeschi e di altre formazioni europee, la presenza dei Verdi nella politica nazionale è stato elemento importante nella crescita della cultura ambientalista, pacifista ed antinucleare nel nostro Paese. E il riccio? Dopo la sortita in politica del 1983, forse abbagliato dal Sole che ride, non si è più visto sulle schede elettorali eppure continua  a suscitare interesse e curiosità. E’ tornato a difendere la natura. Oggi è il simbolo del parco della Gola della Rossa e  Frasassi, testimonial del più vasto parco regionale delle Marche. Sempre destinato ad un ruolo da protagonista, senza dubbio!

 

Gilberto Stacchiotti - Vice Presidente Ente Parco del Conero

Archivio Giornale

Sommario

02 Maggio 2016

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Gilberto Stacchiotti - Vice Presidente Ente Parco del Conero

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