Una bombola del gas, suole di scarpe, lamette usa e getta e pneumatici: questa è una parte dei rifiuti monitorati nelle settimane scorse dai volontari di Legambiente nelle 6 spiagge marchigiane prese in esame dall’associazione ambientalista e che sono raccontati nell’indagine “Beach litter” realizzata e curata per il terzo anno da Legambiente.
Marzocca di Senigallia, Marina di Montemarciano, Torrette di Ancona, Porto Sant’Elpidio Faleriense, Lido San Tommaso di Fermo e la spiaggia della Riserva della Sentina di San Benedetto del Tronto per un totale di oltre 30kmq. Un tappeto multicolore verde, bianco, azzurro e rosa di rifiuti che i volontari di Legambiente hanno trovato al posto delle conchiglie e dove stati monitorati oltre 3mila rifiuti spiaggiati di vario genere. Nelle Marche, in media 517 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, dato sotto la media nazionale che vede 714 rifiuti. Anche quest’anno regina indiscussa rimane la plastica: l’ 83,5,3% degli oggetti trovati è infatti di plastica, seguita da metallo (5,5%), mozziconi di sigarette (3,2%), rifiuti di carta (3,1%), vetro/ceramica (1,7%), tessili (1,5%), gomma (1,4%) e legno (0,1%). A guidare la top ten dei rifiuti spiaggiati più trovati sono piccoli pezzi di plastica e polistirolo fino a 2,5cm che costituiscono il 32% dei rifiuti trovati. Secondo posto per tappi e coperchi, un mix di plastica e metallo per il 10,2%. Medaglia di bronzo per bottiglie e contenitori di plastica per bevande (9,1%). Rifiuti che fanno male all’ambiente, alla fauna, all’economia e al turismo. Tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento dovuto all’ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo. Tra le tipologie di rifiuti, il dato più consistente è il packaging alimentare con il 31,1% costituto da imballaggi usa e getta di plastica, seguito da residui di attività di pesca e acquacoltura con il 4,7% dei rifiuti monitorati, rifiuti da fumo con il 4,2%, inerti e materiali da costruzioni abbandonati con il 2,8%, il 2,6% è costituito da packaging non alimentare e chiudono i rifiuti da mancata depurazione al 2,5%. “Il problema dei rifiuti in mare e nelle spiagge è un problema per il nostro ecosistema, per la pesca, il turismo e quindi in generale per la nostra economia – dichiarano Francesca Pulcini e Andrea Bagalini, rispettivamente presidente e direttore di Legambiente Marche -. Con i nostri volontari nelle scorse settimane e in questo weekend di Spiagge e Fondali Puliti vogliamo ribadire quanto sia importante affrontare il problema dei rifiuti abbandonati e puntare l’attenzione sul confezionamento dei prodotti e sul packaging che permetterebbero di ridurre di quasi il 20% il marine litter. Questi dati contrastano anche con gli obiettivi e le prospettive che offre l’economia circolare su cui anche la Regione Marche sta lavorando molto”. Nell’indagine Beach litter, che rientra nell’ambito della campagna “Spiagge e Fondali puliti - Clean-up the Med 2016” realizzata anche grazie al contributo di Cial, Novamont e Virosac, è stata eseguita dai volontari di Legambiente nel mese di maggio 2016, e i principali indicatori presi in considerazione sono: la composizione del rifiuto e la sua quantità e grandezza (maggiore o minore di 25 cm). Le aree di indagine sono state scelte in modo da effettuare il campionamento su transetti di 100 metri di lunghezza di spiagge libere e non ancora pulite in vista della stagione balneare. Ogni singolo campionamento ha tenuto conto di uno specifico protocollo di monitoraggio scientifico redatto da Legambiente, sulla base di quello elaborato dal Ministero dell’Ambiente e da ISPRA nel 2014. La mappa interattiva dei rifiuti, foto e infografiche spiaggia per spiaggia e il dossier su:
http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/beach-litter-2016
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