Il parco del Conero il 16 maggio è sceso in piazza per un presidio di protesta a nome dei parchi della regione.
‘Aree Protette: Siamo noi il futuro?’ la domanda, divenuta lo slogan del presidio, nasce spontanea visto che quella attuale dei parchi delle Marche è una situazione insostenibile. Non potendo far conto sui fondi regionali necessari per garantire gli stipendi al personale e il corretto andamento delle loro funzioni, non avendo il passato consiglio regionale deliberato la cifra necessaria al sostentamento, né alla sopravvivenza delle istituzioni ‘verdi’, si è pensato ad un’ azione di protesta in Ancona, presso Piazza Diaz, per sensibilizzare chi si ostina a non ascoltare la voce della sostenibilità e per dare voce invece, a tutti coloro (e sono tantissimi) che vogliono che le cose funzionino entro un territorio di eccellenza come quello dei Parchi, con benefici a cascata nei territori circostanti. ‘Non a caso –spiega Lanfranco Giacchetti, presidente del Parco del Conero- le Aree Protette vengono istituite dove ci sono i paradisi ambientali, eccellenze da preservare che diventano a loro volta traino economico. Nella consapevolezza quindi, di essere dei privilegiati a vivere in un posto del genere, si continuerà a protestare fino a che ai Parchi non venga riconosciuto il ruolo che meritano e si permetta loro di svolgere le tante funzioni di cui si occupano. I Parchi garantiscono in primis una vita sana in un ambiente sano che, tradotto, significa salute, benessere ed un futuro sostenibile per i nostri figli e per chi verrà dopo di noi. I Parchi tutelano la biodiversità e le bellezze paesaggistiche facendo da filtro contro gli speculatori e coloro che non hanno a ben volere gli interessi della collettività, per agevolare gli interessi di pochi’. Giacchetti continua con una lunga lista di benefici derivanti dall’ esistenza dei Parchi e porta diversi esempi del Conero: ‘creano economia e non si tratta solo di economia ‘verde’, ma di economia reale. Avere un’ attività dentro un Parco è un punto di forza perché ne aumenta il valore aggiunto. Sono i punti di forza altresì del turismo e, grazie al mondo che ruota attorno alle aree protette, è possibile trasformare le potenzialità di destagionalizzazione in progetti concreti, per una stagione lavorativa non solo estiva. Il prodotto turistico del Conero ad esempio, si fa forte del Parco che, non a caso, è l’ icona promozionale più utilizzata dagli Enti, dalle associazioni turistiche e dai privati. Insieme al patrimonio storico-culturale poi, che insiste entro i suoi confini ed in rete con quello delle aree circostanti, si creano imbattibili offerte turistiche, quindi economia. Un’ agricoltura di qualità (come quella che c’è nel Parco del Conero), significa tutelare l’ ambiente, produrre economia ed avere il beneficio di sapere cosa arrivi nelle nostre tavole. Incentivare la mobilità dolce, punto di forza del Parco del Conero, significa meno incidenti, meno smog, più salute…ed economia. I Parchi consentono agli Enti locali ed alla Regione Marche di attuare politiche europee legate al turismo sostenibile per la conservazione della biodiversità, per la valorizzazione dell’ agricoltura di qualità attraverso strumenti come la CETS (Carta europea del turismo sostenibile), il PSR Piano di Sviluppo Rurale ed altre fonti di finanziamento comunitario’. In poche parole, tutto questo significa che la qualità della vita può andare a braccetto con l’ economia ed il tipo di sviluppo conseguente è quello che non distrugge, ma preserva e garantisce salute, benessere e il mantenere punto di forza le proprie tradizioni. ‘Purtroppo però senza risorse -continua Giacchetti- i punti di forza di un Parco rischiano di diventare punti di debolezza, fino a portare un conto salato alla qualità della vita stessa perché, se a un corpo sano smetti di nutrirlo, inevitabilmente si ammala fino a morire. Ormai, gran parte del mondo va in direzione della sostenibilità ed un futuro lo avremo solo se si cambierà rotta nella modalità di produrre economia. Il pianeta non è infinito, le risorse men che meno e, per volerci bene, va evitato quello che nuoce, incentivando le risorse positive portatrici di benessere, tra cui le aree protette. Un Parco che zoppica significa sentieri non curati, mancanza di prevenzione incendi, di servizi e tanto altro’.
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