Forse non fanno rumore, qualcuno pensa che non portino voti.
Che il sistema regionale dei parchi sia da tempo dimenticato dalla politica regionale, con gravissime responsabilità della (passata) Giunta regionale, in primis del Governatore Gianmario Spacca e dell' assessore competente Maura malaspina, è fin troppo evidente. Ci si ricorda nei convegni, nelle vetrine e quando sussulti di orgoglio lo rendano opportuno ma poi tutto finisce senza sostanza. Ora che questo patrimonio delle Marche debba essere gestito, valorizzato e sostenuto con determinazione dovrebbe essere addirittura tra le priorità non soltanto per questioni “culturali” ma, soprattutto, perché sono straordinari forzieri di biodiversità, prodotti tipici, acqua potabile, turismo ed agricoltura avanzata: insomma sono presidi “vitali” per quella che oggi si chiama green economy e che in sostanza vuol guardare ad un futuro possibile per tanti aspetti del nostro vivere comune. Quindi hanno un valore, sono la parte migliore dell’ economia. Allora la questione non è quanto costi sostenere il sistema dei parchi e la proposta in discussione è di destinare circa € 2.000.000 pari al 0,004% del bilancio della Regione di 5 miliardi circa, ma quanto vale questo straordinario mosaico di natura, paesaggio, bellezza, presidi territoriali e cultura. Che poi importanti progetti di respiro europeo possano implodere per le difficoltà operative dei parchi porti ad altre considerazioni, ovvero quanto si perde con un sistema di aree naturali protette poste in perenne gestione provvisoria con una piena operatività ridotta all’ultimo mese utile, quando va bene? Non va dimenticato che la stessa carta europea del turismo sostenibile (CETS) è riferita alle sole aree naturali protette e sono i soggetti gestori a garantirne la corretta applicazione attraverso la realizzazione degli impegni assunti. Se si fermano i parchi si perde la CETS! E in agricoltura sarà bene pensare agli impatti del PSR soprattutto all’interno delle zone HABITAT 2000; senza i parchi addio ai finanziamenti europei. Sulla Biodiversità, infine, porre questi territori privi di una corretta gestione significa comprometterne la conservazione, rendere pressoché impossibili i monitoraggi e la gestione e, in sostanza, incorrere in sanzioni europee per evidenti inadempienze. Insomma indebolire o smantellare il sistema delle aree naturali protette nelle Marche significa esattamente indebolire comparti strategici e sperperare ricchezze di cui non possiamo fare a meno. E tutto questo ha un costo per la collettività, altro che risparmio in contabilità. Nei parchi si investe, non si spreca! Nella recente seduta del Consiglio regionale (l' ultima del Governo Spacca), si è avuta un’ ultima occasione per recuperare credibilità su questi temi ma, con probabilità siamo già fuori tempo utile per rimettere in piedi il sistema dei parchi. Un vero peccato!
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