'Il volo pesante come un fruscio e la sosta a terra per nutrirsi di un frutto marcescente: era il 10 ottobre 1981 e la scena si svolgeva su una  piccolissima radura nel manto verde di Portonovo. Il tempo di fare una foto e, poi, la farfalla scompare lasciando dietro di sé interrogativi che da lì a poco avrebbero avuto un insperato riscontro: si trattava di una specie mai segnalata prima nella costa adriatica'.  La storia di questa scoperta viene riportata da Adriano Teobaldelli nel suo libro ‘Le farfalle del parco Naturale del Conero’ (pubblicato dall’Ente parco nel giugno 2008)  che, tra l’altro, descrive la ricchezza di questo territorio in cui sono presenti  467 specie di farfalle diurne e notturne. “In Italia la ninfa del corbezzolo è localmente abbondante sulla costa occidentale (Tirreno), mentre fino a qualche anno fa si riteneva assente sulla costa adriatica. Essa è stata scoperta  per la prima volta nell’anno 1981 dal collega naturalista Gilberto Stacchiotti  nel territorio del Conero, a Portonovo e zone circostanti, ricche di piante di corbezzolo'. La sua presenza è stata confermata da ulteriori rinvenimenti, da parte dell’autore, negli anni successivi. La scoperta, che rappresenta il primo rinvenimento nelle Marche e nella Costa Adriatica, è stato oggetto di pubblicazione nel 1985 negli Atti del XIV Congresso Nazionale di Entomologia a Palermo (Teobaldelli 1985). Si tratta di una colonia isolata che riesce a sopravvivere nelle aree del Monte Conero meno esposte alle intemperie e ai venti freddi invernali.” Da allora la ninfa del corbezzolo, così chiamata perché questa è la pianta nutrice dei bruchi, è diventata un’ambasciatrice della bellezza e della natura del Conero; naturale quindi che nella citata pubblicazione sulle farfalle del Conero le fosse assegnato il posto in copertina.