Due recenti eventi offrono molteplici spunti di riflessione riguardo il futuro dei Parchi. Si tratta degli Stati Generali delle Aree Protette e dell’ultimo incontro a Roma, al Ministero dell’Ambiente, per proseguire con l’iter istitutivo dell’Area Marina Protetta Costa del Monte Conero.
Stiamo vivendo in un periodo storico di profondi cambiamenti, economici e sociali. Sta cambiando il mondo e l’Italia. Anzi, più che parlare di cambiamento, sarebbe necessario parlare di evoluzione. Perché cambiamento ed evoluzione hanno radici profondamente diverse: una cosa può cambiare e diventare altro, invece l’evoluzione implica un rapporto tra il prima ed il dopo. L’evoluzione comporta una crescita, una maturazione ed un miglioramento, dopodiché subentra il progresso. Con il cambiamento una cosa smette semplicemente di essere quello che era e si veste di nuovo, con il progresso invece si avanza. Ed è a questa fase profondamente evolutiva che stiamo assistendo, soprattutto nel rapporto con la natura e con la protezione di essa. Stanno evolvendo molti concetti, tra cui quello di “sostenibilità”. La vecchia concezione di sostenibilità, partendo dalla schematizzazione in tre cerchi relativi ad ambiente, società ed economia, il lembo di area triangolare in cui i tre cerchi si sovrappongono rappresentava il settore a cui tendere in maniera sostenibile. Ora la concezione si è evoluta: non si deve pensare all’incontro tra le tre discipline in uno spazio comune, ma concepire la sostenibilità come l’insieme delle tre: l’ambiente, la natura, abbracciano tutte le attività umane. Non è possibile ragionare ancora in termini di cerchi separati. Le figure del passato che, vivendo in equilibrio tra loro, seppure in cerchi distinti, hanno contribuito alla crescita di un tipo di società. Assistiamo ora ad un profondo mutamento dei rapporti tra i cerchi, per cui alcune figure si sono evolute. Siamo tutti ambientalisti, di concezione 2.0 e, nessuno potrà pensare di speculare su territorio e l’ ambiente, perché sono valori in primo piano rispetto agli altri. Come nel vecchio marketing, chi crede di poter spingere il consumatore a consumare di più, sbaglia. La prospettiva moderna implica il pensare a come far consumare di meno, ma in modo migliore. In questo contesto si inserisce perfettamente l’iter istitutivo dell’Area Marina Protetta Costa del Monte Conero, riavviato dopo anni di fermo, totalmente ex novo, dal Ministero dell’Ambiente. Dietro le spalle le tensioni passate che sono state alla base del precedente tentativo istitutuirla. Al via un percorso che vuole essere partecipato per superare le ostilità locali. Per questo l’ISPRA è stato spedito sul campo per raccogliere i dati e per interagire con le amministrazioni, con le associazioni e con tutta la popolazione coinvolta per redarre una serie di carte tematiche, con valenza a volte scientifica a volte di carattere più semplice ed intelleggibile, per poi decidere in una fase successiva perimetrazione e zonazione. ISPRA ha avuto subito il supporto attivo del Comune di Ancona, del Parco del Conero e delle associazioni che gravitano su di esso, compresa la Capitaneria di Porto. Per Sirolo e Numana più fredde le reazioni, ma fa ben sperare la presenza del Sindaco Misiti che, seppur dettosi contrario all’istituzione dell’AMP, è collaborativo per riguardo la trasmissione dei dati. I nodi che si stanno via via sciogliendo sono sulla gestione e la sostenibilità finanziaria. La dott.ssa Giarratano, che ha sostituito il dott. Grimaldi al Ministero, ha ribadito che l’approccio per affrontare l’iter istitutivo è quello della chiarezza. Per questo l’ISPRA continuerà ad incontrare le comunità locali. Ricordiamo quali sono i tre pilastri su cui si basa il concetto di AMP: Conservare e preservare ambienti di elevato pregio; Promuovere un modello di rispetto della natura; Promuovere un modello di sviluppo sostenibile. Inoltre le AMP, al di là di sostenere delle situazioni che sono fiorenti, danno un valore aggiunto, tanto che i dati Isnart sulle presenze turistiche confermano che nelle aree protette il turismo è sempre in crescita, ed è proprio quel tipo di turismo a cui aspiriamo: un turismo consapevole e rispettoso, disposto a rispettare le regole perché sa che dietro alle regole ci sono ragioni importanti e profonde. Per lo stesso motivo il processo istituito non può che essere partecipato: tutta la società deve avere l’opportunità di comprendere fino in fondo la valenza del processo, senza che ci siano percezioni distorte o spiacevoli sensazioni di costrizione. Anche il piano economico –finanziario su cui si baserà il nuovo marchio AMP si va definendo: a parte l’iniziale start-up, vengono garantiti i fondi per le spese correnti e le spese di investimento, con una specifica premialità per coloro che fanno fruttare i “talenti”, ovvero per chi sa organizzare e promuovere la propria area catturando anche fonti di finanziamento alternative. Si andrà delineando nel prossimo futuro anche l’ente gestore. L’auspicio è che ci sia un’organizzazione efficiente ed efficace, snella, che possa agire con velocità e determinazione per dare il vero impulso propulsivo che sta alla base della moderna concezione di protezione e valorizzazione quale è l’Area Marina Protetta. Per far questo occorre che ci si dedichi alla creazione di un modello di gestione insieme a tutti gli enti interessati, Comuni, Parco del Conero, Regione, Provincia, e con le associazioni che hanno a cuore l’ambiente marino. Tornando ai concetti espressi nella premessa, è ora che si tenga un occhio al presente ed uno al futuro.
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