I primi di febbraio è apparsa nei quotidiani la notizia che il Comune di Castelfidardo ha chiesto alla Regione Marche l'istituzione della Riserva Naturale della Selva di Castelfidardo e che il progetto prevede la realizzazione di un piano di gestione dal punto di vista faunistico, forestale e della prevenzione incendi.
Pare che questa notizia abbia mandato su tutte le furie i cacciatori che si vedranno privati della possibilità di cacciare. Insomma, continua la guerra fra poveri, una stupida guerra guerra che stiamo vivendo da anni, per avere tutti la stessa cosa. Mi spiego meglio: gli Enti della Regione, del Comune, della Selva e del Parco del Conero sono tutti poveri perché sono finiti i soldi a causa di una interminabile catena di tagli ai finanziamenti pubblici. Gli agricoltori sono poveri perché costretti tra vincoli, cinghiali e prezzi ingiusti. Gli ambientalisti e i cacciatori sono poveri perché per dar sfogo alla loro passione per la natura devono litigarsi il cucuzzolo di una collina che, sino a pochi anni fa, era per metà destinata a discarica un po’ come il Monte Conero. Siamo diventati poveri e, se non cambiamo strategia, lo saremo sempre di più. Divisi si perde.Tutti vogliamo più natura, più animali, più gestione consapevole delle risorse naturali che ogni giorno si fanno più povere nella quantità e nella qualità, sotto un incosciente consumo di suolo con asfalto e cemento o di incuria degli scarichi inquinanti e delle sistemazioni idrogeologico. Il Parco del Conero e il Comune di Castelfidardo hanno sottoscritto un progetto (REM) insieme ai comuni di Loreto, Osimo, Numana, Camerano, Ancona, Offagna, Polverigi, Agugliano, la Provincia di Ancona e la Regione Marche per il miglioramento della rete ecologica di questi comuni, ovvero l'ecologia di tutti i boschetti, siepi, filari, prati, scarpate, incolti, aree verdi industriali e urbane e tutti quegli ambienti dove la flora e la fauna vivono. Questo logicamente non ha futuro se gli agricoltori, primi guardiani dell’ambiente, non partecipano con i bandi del Piano di Sviluppo Rurale Regionale, e se la Regione non rende appetibile tali bandi per gli agricoltori e se i Comuni non aiutano gli agricoltori a velocizzare le pratiche e a convogliare queste risorse secondo un disegno organico che favorisca lo scolo delle acque, la salvaguardia delle strade, gli investimenti agricoli ed in ultimo la gestione di animali selvatici problematici come i cinghiali. Da qui la partecipazione della Provincia, degli Ambiti Territoriali di Caccia rappresentati dagli agricoltori, ambientalisti e cacciatori, perché l'ambiente si protegge con la partecipazione di tutti, anche con i cacciatori, che sono utili al mantenimento di equilibri che l'uomo in questo territorio ha, stupidamente, da anni sfalsato perdendone il controllo. Il Parco del Conero ha già discusso e maturato la decisione politica di rendersi favorevole all’allargamento del Parco stesso e dell'area contigua verso i SIC (Siti di Interesse Comunitario) della Selva di Castelfidardo, anche perché il Parco, in tempi non sospetti, ha prodotto su mandato della Regione il geodatabase della Selva con le informazioni fitosociologica degli habitat e le unita di paesaggio. Sarebbe auspicabile che il comune di Castelfidardo ed anche gli altri comuni limitrofi, entrassero nell'amministrazione del Parco del Conero, superando una volta per tutte l’incubo della superstizione del vincolo ambientalista e facciano tesoro della nostra esperienza, perché se non ci si unisce e si pianifica insieme con tutti i livelli istituzionali, saremo sempre più poveri. Perché non solo si perdono i soldi della comunità europea legati a strumenti come il PSR (piano di sviluppo rurale) o ad altri finanziamenti europei per interventi strutturali come le piste ciclabili, ma si perde l'occasione di gestire e proteggere seriamente l'ambiente naturale da cui dipende la nostra vita.
Lanfranco Giacchetti - Presidente Ente Parco del Conero
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