Tra i ricordi della mia infanzia c’è una bella immagine di una torre quadrata circondata da un ballatoio e lo sguardo di una giovane sorridente che mi avvia ai primi insegnamenti nella mia stagione solitaria e agreste.
Da qualche tempo, per motivi forse riconducibili ad una fase matura della vita in cui si comincia a trarre qualche consuntivo, avvertivo il desiderio di ritrovare quegli stessi luoghi con l’atmosfera e i personaggi di allora. Potrebbe sembrare normale nostalgia o il comune ripensare ai tempi antichi resi famosi dal libro “Cuore”…eppure questo incontro col mio passato si è materializzato, concretamente. Dopo oltre 50 anni, in un assolato pomeriggio di febbraio, sono tornato su quei luoghi ritrovando con stupore proprio quel singolare edifico isolato sul versante boscato del monte Conero con una stupenda vista sul mare di Sirolo teatro dei miei ricordi infantili: è una villa padronale con accanto la casa colonica ormai segnata dal tempo dove vivevano due anziani contadini di allora - Cesare e Teresa - di cui nella mente conservo ormai soltanto immagini sbiadite. L’evento del tutto straordinario, però, è stato l’incontro dopo un così lungo periodo di tempo con la mia prima insegnante – Elisabetta – per rituffarmi grazie a lei in quegli anni remoti. Ed è subito emozione vera, profonda! Si cercano conferme sui lineamenti del viso, le espressioni facciali e lo sguardo attingendo alla propria memoria e immaginando i cambiamenti di quei decenni passati su chi pure è stato vicino. Con la stessa tenerezza di allora, poi, mi comincia a raccontare di quel bambino dagli occhi grandi e curiosi che correva in continuazione e amava osservare e ascoltare. E’ l’uomo che ora le sta di fronte che torna ad ascoltare la lezione più bella: quella sulla vita. Sono parole e silenzi che riscaldano il cuore come un segreto finalmente svelato, carico di sentimenti, eppure in qualche modo ancora in parte irraggiungibile. E da quella stessa sorgente, sgorga gratitudine per quella figura a cui certamente devo molto di quello che ho vissuto più tardi, sempre attratto da questo Conero e dalla sua naturale bellezza. In un attimo la distanza nel tempo sembra sparire in un inatteso ritorno all’infanzia che acquista il sapore delle cose autentiche, come un dono custodito a lungo ma in fondo desiderato da sempre.
Gilberto Stacchiotti - Vice Presidente Ente Parco del Conero
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