Non è un capriccio del Parco del Conero o di qualunque altro Ente Gestore dei Siti di Interesse Comunitario chiedere Valutazioni di Incidenza, imporre prescrizioni, pretendere monitoraggi, far rispettare i divieti.
La Comunità Europea grazie all’intervento dei cittadini ambientalisti controlla il rispetto delle Direttive Comunitarie in materia ambientale. Oggi basta andare sul sito internet della Comunità Europea denunciare un possibile danno ambientale e gli uffici comunitari si attivano chiedono spiegazioni al Ministero dello stato competente. Se le spiegazioni che arrivano dal Ministero non sono sufficienti o si ravvisa il mancato rispetto delle direttive comunitarie in materia ambientale la Comunità Europea attiva la procedura di infrazione, applicando alla stato membro una sanzione di svariati milioni di euro. Da qui le Regione italiane e gli Enti preposti alla gestione dell’ambiente, come il Parco del Conero, devono attivarsi per dimostrare scientificamente e amministrativamente non solo che non ci sono danni all’ambiente, ma anche che la normativa è stata rispettata. E' per questo motivo che il Parco del Conero e il Servizio ambiente della Regione Marche hanno inviato al Dott. Grimaldi, Direttore generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, una relazione di chiarimento per la Commissione Europea relativamente agli interventi di difesa costiera (ripascimenti) effettuati nel Parco del Conero a partire dal 2009. Dal materiale presentato si evince che per tutti gli interventi di difesa effettuati e per cui era necessaria, la VINCA è stata avviata e conclusa. Al fine di monitorare le eventuali interazioni degli interventi effettuati sulle biocenosi di pregio presenti all’interno del Parco del Conero, sono stati attivati due diversi tipi di monitoraggio attività affidati ad altrettanti organi tecnico scientifici: il primo è un monitoraggio a cura dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente delle Marche (ARPAM), a seguito di convenzione tra Regione Marche, PF Difesa della Costa, e la medesima Agenzia, relativo alle annualità 2011/2012 e 2013; avviato in conformità alle prescrizioni alla VINCA per l’intervento 2011. l' altro è una caratterizzazione delle biocenosi con restituzione cartografica il secondo a cura dell’Università Politecnica delle Marche, Dipartimento Scienze della Vita e dell’Ambiente (DiSVA), a seguito di convenzione tra l’Ente Parco del Conero e l’Università, relativo all’annualità realizzata nel periodo maggio 2012 – maggio 2013. Degli esiti, provvisori, dei monitoraggi risulta difficile ricondurre la variabilità degli habitat ai ripascimenti, piuttosto si potrebbe ipotizzare un insieme di cause interferenti, fra cui sono da prendere in considerazione, vista la stagionalità, anche le attività di pesca e turismo”. Degli esiti delle indagini condotte sullo stato di qualità degli habitat marini è emerso che: Habitat 1110 Banchi di sabbia a debole copertura permanente di acqua marina, biocenosi delle sabbie fini ben calibrate in cui spicca l’esigua presenza del decapode anomuro Diogenes pugilator, generalmente più abbondante nell’habitat delle Sabbie fini ben calibrate. Fatte salve le variazioni stagionali nell’abbondanza e distribuzione di questa specie, ma unitamente a diversi segni di perturbazione del fondale non facilmente ascrivibili ad eventi naturali quanto piuttosto ad eventi di disturbo antropico (eg. trampling), tale condizione evidenzia un certo livello di alterazione della qualità di questo habitat. Tale condizione, tuttavia, non indica una compromissione sistemica in grado di alterare significativamente le funzioni e la resilienza della biocenosi'. Riguardo gli Habitat 1170-Scogliere (Reefs), biocenosi delle alghe infralitorali (Biocenosis of infralittoral algae): “Nell’area oggetto di studio delle specie caratterizzanti l’Habitat 1170, risultano particolarmente abbondanti specie strutturanti quali Mytilus galloprovincialis e Sabellaria cfr. alveolata. La prima in particolare ricopre gran parte delle emergenze rocciose del fondale. Nonostante la presenza di banchi cospicui di M. galloprovincialis indichi l’elevato stato trofico dell’area, se ne sottolinea l’importanza ecologica, in quanto questi banchi, creando un substrato particolarmente eterogeneo sono in grado di ospitare un’elevata biodiversità di invertebrati, fornendo loro rifugio e opportunità di nutrimento. In generale, la biodiversità delle scogliere nella baia di Portonovo è fondamentalmente sorretta dal ruolo strutturale dei banchi di mitili. Tuttavia, in alcuni settori della baia si rinvengono altri due elementi di pregio ambientale, delle quali una animale, Sabellaria cfr. alveolata e una vegetale,, Cystoseira compressa. La presenza di macchie discontinue di queste due specie strutturanti suggerisce un elevato stato di qualità generale degli habitat marini della baia di Portonovo. Cionondimeno, l’elevato grado di frammentazione delle associazioni a S. cfr. alveolata e Cystoseira compressa (il genere Cystoseira è in regressione in numerose aree del Mediterraneo), suggerisce una possibile vulnerabilità dell’habitat a perturbazioni antropiche dirette (eg. nutrienti e attività balneari e/o associati) e indirette (cambiamenti climatici)”. Ma non solo in mare anche a terra i procedimenti di infrazioni vedono il Parco del Conero e la Regione Marche affrontare con relativo successo il caso della compromissione dell’Habitat del Rospo Smeraldino dovuti alla ripresa dei lavori di una lottizzazione (Adamo ed Eva) presso la foce del Musone nel territorio del Comune di Numana. Dai monitoraggi periodici (2011-2013) relativi all’erpetofauna di interesse conservazionistico degli impatti sull’habitat a seguito dell’avvio della procedura di infrazione della commissione Europea (caso 2008/4110 Progetto Lido Azzurro – Comune di Numana), in cui sono messe a rischio di estinzione la popolazione di alcune delle più significative specie di interesse conservazionistico, quali: Triturus carnifex e Bufo viridis complex. Per questo motivo l’Ente Parco sta lavorando per attenere la realizzazione degli stagni limitrofi all’Adamo ed Eva e dell’approfondimento dei canali nell’area di interesse. I itardi che dal 2011 ad oggi hanno bloccato i lavori di intervento sulla base del progetto a suo tempo approvato dagli Enti territorialmente competenti (in risposta alla procedura di infrazione) hanno delle evidenti ripercussioni negative per le specie-target e potrebbero portare alla riapertura del caso 2008/4110.
Marco Zannini - Direttore Ente Parco del Conero
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