Accade anche questo all’ombra del Conero: la scomparsa di monumento che abbelliva il parco della Repubblica di Sirolo. Rappresentava il Piccolo principe e, la sua collocazione ideale tra i bambini, era un omaggio al romanzo di Antoine de Saint Exupery, caro a generazioni di giovani lettori.
E’ la storia di un ragazzo venuto da lontano che, con profonda semplicità, interroga vari personaggi per aiutarli a guardarsi dentro e scoprire che, nella diversità di ognuno, c'è la bellezza della vita e, soprattutto, la ricchezza di un confronto con occhi diversi. La notizia della statua scomparsa appare sulla stampa il 22 febbraio 1991 con l’accorato appello del giornalista locale Aldo Spadari. “Sì, avete capito bene, un monumento. Piccolo nelle dimensioni, ma pur sempre tale. Si tratta dell’opera del maestro recanatese Paolo Castellani che a fine giugno ’89 fu inaugurata al parco della Repubblica in occasione delle giornate italo-francesi organizzate dal GAT (gruppo attività teatrali) e dal Comune di Sirolo per commemorare la figura e l’opera del temerario pilota scrittore francese Antoine De Saint Exupery (1900-1944). Exupery è stato l’autore di un best-seller per l’infanzia denominato “il piccolo principe”: il monumento scomparso rappresentava proprio il protagonista del racconto, un bambino con la voglia di volare accovacciato accanto ad un “dolmen” sormontato da un aeroplanino in rame. Un giorno, ignoti hanno danneggiato le parti in rame del monumento. Poi, pare che abbiano provveduto a farlo scomparire del tutto. Nessuno sa fornire spiegazioni.” Ma la storia non finisce qui: al parco della Repubblica resta soltanto la solitaria roccia su cui poggiava l’aeroplanino dei desideri dell’aspirante pilota. Eppure nel mondo dei bambini c’è sempre spazio per la meraviglia e le storie hanno un lieto fine. Allora ecco la sorpresa! Oggi la statua del piccolo principe è di nuovo a Sirolo. Fa bella mostra di sé sul Torrione restaurato e il Comune gli ha dedicato una piazzetta, tutta per il nostro giovane protagonista. Però si fa scoprire soltanto dai passanti curiosi, senza fretta; insomma quelli che sanno guardare con la curiosità dei piccoli. A loro affida un messaggio importante: “Non si vede bene, che con il cuore”.
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