20 Ottobre 2017

Il futuro del Conero? E' sempre peggio, dal giallo all'horror

I recenti articoli di stampa hanno il merito di aver tolto i sigilli ad una vicenda che evidentemente si preferiva sviluppare in gran segreto, consapevoli che la pubblica opinione non avrebbe apprezzato presunti “intrighi di palazzo” e nemmeno certi comportamenti tutt’altro che esaltanti da chi pubblicamente si ostenta paladino dell’ambiente.

Ecco non c’è proprio nulla di cui essere fieri, anzi!  D’altra pare il silenzio che regna nel capoluogo su tutto questo e soprattutto l’evidente imbarazzo della politica sono conferme eloquenti,  senza appello.  Le voci sussurrate in queste ultime settimane purtroppo ora sono diventate fatti e personaggi concreti, immagine di una visione politica che lascia sconcertati.  C’è un abisso tra l’interesse manifestato nei confronti del parco del Conero in campagna elettorale  e la realtà di chi al contrario lavora con alacre impegno per i propri obiettivi di parte, anche a costo di sacrificare un territorio di eccellenze. Colpire un Ente pubblico e ingessarne la gestione è un atto di gravità inaudita. In questo caso significa vanificare 30 anni di storia della conservazione ambientale delle Marche, bloccare le strategie virtuose di cui il Conero è stato protagonista, distruggere le prospettive di sviluppo sostenibile, indebolire i processi di  gestione e valorizzazione.  Azzerare il parco del Conero è una vergogna sotto tutti i punti di vista! Buttare a mare l’esperienza costruita in questi anni, compreso questo breve scorcio in cui ho avuto il privilegio di guidare l’ente parco, è una scelta gravissima per l’ambiente, l’economia e la comunità del Conero.  Si colpiscono il turismo, la cultura, l’agricoltura di qualità. E persino le finanze se, come si sussurra,  la nomina del commissario trova qualche ostacolo anche rispetto ad un eventuale danno erariale considerato che effettivamente i presupposti di tale scelta non risulterebbero così solidi.  Potrebbe in questo caso rivelarsi  un vicolo cieco nella forma e nella sostanza.  E adesso? In attesa di Montalbano, il giallo continua. Anzi, con il clima incattivito che si respira è probabile che la storia acquisti tinte ancora più fosche.  E vedremo se quanto già emerso è la trama principale o al contrario ci saranno altri imprevisti, nuove trame ancora da scoprire o precise relazioni con temi specifici. Per esempio, lo scenario del  delicato passaggio di adeguamento dei PRG al piano del parco potrebbe fornire altre chiavi di lettura. A cominciare dal candidato commissario che in questo caso sarebbe un professionista del settore urbanistico.  Ancora voci, per ora almeno! Intanto una certezza resta: la mancanza di fondi erogati all’ente parco. Siamo ormai a fine ottobre e la Regione Marche non ha avuto modo di ripartire i fondi stanziati nel dicembre 2016 per il sistema delle aree naturali protette. Insomma 290 giorni senza un euro da chi dovrebbe garantire il funzionamento dei suoi Enti strumentali e non solo. Buio fitto nonostante le continue rassicurazioni dell’assessore competente sul fatto che  “l’attenzione della Regione per i Parchi e per ogni attività di tutela e salvaguardia è sempre altissima.”  A questo punto posso ipotizzare che ci siano problemi di altra natura, banalmente riconducibili al fatto che non si trovi la penna o chi ci debba mettere la firma. Mah! Così tra bui e silenzi lo spettacolo continua. Se non fosse per la gravità della situazione e che in ballo c‘è il futuro di un territorio straordinario, si potrebbe tentare di sdrammatizzare per guardare in positivo, rimettendosi in gioco con la giusta ironia. E riuscire a cogliere aspetti divertenti come riesce con accattivante arguzia Rodolfo Bersaglia nelle sue irresistibili presentazioni Ancona horror sul “bestiario all’anconetana”, offrendo uno spaccato esilarante su comportamenti e modi dire locali.  A ripensare a questa vicenda del Conero certamente qualcosa da proporre sulla scena si trova sicuramente. E magari riuscirò a sapere quando scade il mandato dell’attuale Direttivo visto che girano interpretazioni normative diverse e la Regione non ha ancora risposto alla richiesta di chiarimento. Ben venga allora “Conero horror”  se almeno in questo modo si riesce a trasformare il giallo del Conero in uno spettacolo divertente. Insomma davvero un’altra cosa rispetto a quello visto in queste settimane!

Gilberto Stacchiotti