Per superare un antagonista si può competere con prestazioni superiori oppure sminuire le capacità altrui.
La posizione del sindaco di Sirolo, che evidentemente considera ancora l’ente parco un avversario, nel suo ampio sfogo pubblico riportato in questi giorni sulla stampa rientra in questo contesto. Intanto, chi esterna il proprio pensiero e continua a parlare di “carrozzone” esprime per l’interlocutore un’indubbia coerenza, nello specifico tramandata di padre in figlio. Nel tempo qualche modifica alla gestione del parco c’è stata, come la riduzione dei consiglieri scesi dai 25 del Consorzio ai 5 dell’ Ente Parco e soprattutto l’azzeramento dei compensi agli amministratori (i cosiddetti costi della politica) ma evidentemente questi aspetti non meritano una diversa considerazione. A meno che questa “infamante” valutazione non si voglia attribuire al personale del parco e quindi trasferire tali vecchi concetti dalla politica alla società ma questo, a mio avviso, sarebbe un abbaglio ancora più grave. E allora guardiamo l’oggi. Ha ragione il sindaco Misiti nel criticare il lavoro di manutenzione del verde, anche se le preoccupazioni sulla condizioni di fruibilità non dovrebbero riguardare soltanto i sentieri “ufficiali” dell’Ente cosicché il discorso rischia di indurre un imprevisto effetto boomerang nei confronti di chi scaglia la stessa critica. Nel passato il parco nella manutenzione ha investito risorse ingenti, fornendo così ottime prospettive all’ambiente e all’occupazione locale. Per la verità, qualche finanziamento dal parco lo ha avuto anche il comune di Sirolo nella sistemazione di accessi al mare e fa sempre piacere ricordare episodi concreti vissuti con spirito di collaborazione. Oggi –complice anche un accentuato vandalismo - si fatica su questo settore e nella manutenzione dei sentieri, indubbiamente. Per la verità nulla vieta al comune di Sirolo di collaborare e rimediare a questa situazione con proprie risorse, anzi. Basterebbe rafforzare l’irrisorio contributo di partecipazione nell’Ente (il più modesto in assoluto), oppure cooperare su progetti comuni o ancora intervenire in autonomia con proprie iniziative a sostegno. E visto che finalmente si sposa la carta dello sviluppo sostenibile su temi concreti si potrebbero migliorare davvero i servizi ai cittadini non solo nella manutenzione del verde, ovviamente, per non rischiare di lasciar fuori questioni altrettanto preziose di competenza comunale come la gestione dei rifiuti o il trasporto pubblico in cui magari non tutto sembra perfetto. Insomma, la possibilità di migliorare è una sfida che tutti possiamo ragionevolmente perseguire. E così forse si comprende meglio quanto sia difficile guardare alla pagliuzza altrui piuttosto che alla trave in casa propria. In realtà, a proposito di risorse anche il comune di Sirolo talvolta esterna non poche difficoltà seppure poi non risparmi sulle spese legali visto che rispetto ai piani di gestione Natura 2000 ha recentemente presentato un doppio ricorso addirittura al Presidente della Repubblica. E allora? Soggetti indipendenti possono legittimamente operare le proprie scelte: chiaro e legittimo! Eppure ostinarsi sulla via della contrapposizione a me sembra un grosso errore per chi ha responsabilità di amministrare la cosa pubblica. Oggi tira un’aria diversa, servono approcci culturali adeguati e soprattutto sono urgenti nuove strategie dove la parola chiave è “integrazione”. Per avere una gestione del territorio sempre più efficace questa è la strada che assicura risultati per la collettività e risparmi veri, che concilia economia e ambiente, che soddisfa turisti e comunità locale. Insieme si è più forti, senza dubbio. L’eventuale indebolimento dell’Ente parco non serve e non risolverebbe alcun problema, anzi! Proprio la necessità di superare barriere ormai anacronistiche - come certi campanilismi del buon tempo antico - ci dovrebbe aiutare a cogliere l’importanza di un Ente che, in un ruolo non facile, assicura per l’intero territorio del Conero strategie comuni su realtà che altrimenti faticano a confrontarsi. E a me sembra che in questa prospettiva del fare squadra, di ampliare i propri orizzonti, di favorire l’integrazione invece della contrapposizione l’amministrazione di Sirolo possa esprimere un diverso atteggiamento rispetto a quanto sinora evidenziato. Basta riflettere un po’ sulle “fibrillazioni” rispetto alla promozione turistica territoriale, all’ipotesi di area marina protetta e all’effettiva integrazione con i comuni vicini in cui la tentazione dell’isolamento sembra ancora importante criterio di valutazione. Per non parlare poi del tema dell’unione dei comuni, pressoché vietato da queste parti mentre in tutta Italia ormai si assiste a ben altre discussioni e soluzioni. Volenti o nolenti, Il tempo del borgo chiuso nel proprio castello è passato e chiuso definitivamente. Lo dice la storia e vale anche per Sirolo. E’ tempo di cambiamenti e sarebbe meglio che nello sguardo al futuro ci sia già oggi il nostro comune impegno, un sano protagonismo che davvero abbia cura della collettività, senza bisogno di inventarsi nemici per non affrontare altri temi. Però in fondo, ci sarebbe da dire un bel: “Grazie, sindaco!” Le critiche sono stimoli per migliorare e di questo ne abbiamo bisogno tutti. Anche Lei, credo.
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