Era il 22 settembre 1984 quando in contemporanea nelle sedi di Ancona e Sirolo veniva inaugurata un’importante mostra fotografica dal titolo “ Parco del Conero: per un parco da vivere, garanzia di tutela, strumento di sviluppo.”
Promossa dall’allora Associazione dei Comuni n° 12 (che oltre ai quattro Comuni interessati al Conero, comprendeva Agugliano e Polverigi) e realizzata da Maurizio Bolognini, l’iniziativa rappresentò un utile contributo alla discussione in atto sul parco che ancora non c’era. Intanto mostrando per la prima volta la bellezza del territorio e del suo tesoro naturale come identità unica e – di conseguenza – proponendo una nuova filosofia d’intervento. sostanzialmente affidata ai Comuni ed alla comunità locale per far diventare “gli abitanti dell’area, la gente del Conero, protagonisti della propria crescita, custodi del rispetto della natura, imprenditori in un progetto di salvaguardia e di sviluppo.” Molto dettagliata la proposta normativa di cui peraltro alcuni aspetti – come la forma consortile di gestione – verranno poi recepiti nella e legge istitutiva del parco. Rispetto alla necessità delle scelte, la mostra fornisce una lucida analisi ed un quadro preciso delle gravi iniziative devastanti e ai rischi potenziali di ulteriori cambiamenti puntando il dito soprattutto sulla mancanza di coordinamento tra i diversi Enti competenti sull’area. Eccone lo stralcio: “Nonostante i non pochi “attentati” alla propria integrità, dalle cave di pietra sia sul lato mare che sul versante interno (oggi tutte chiuse), a tentativi di speculazioni, di privatizzazione, l’insieme dell’area ha caratteristiche d’integrità di un certo valore. Oggi nella zona operano quattro amministrazioni comunali non coordinate fra di loro, la Provincia di Ancona, la Regione Marche con diversi assessorati che hanno diverse competenze e che si ignorano reciprocamente, l’Azienda Autonoma Riviera del Conero. Ognuno agisce spesso senza sapere ciò che fa l’altro, le iniziative talvolta si sovrappongono, in alcuni casi entrano in palese contraddizione. Da alcuni decenni si è venuto sviluppando un dibattito ed un confronto, a volte anche aspro, sui modi della salvaguardia e della tutela che ancora però non hanno portato a nulla di concreto. Si sono sviluppate vere e proprie battaglie politiche, culturali e giornalistiche. La più clamorosa e lunga è stata, negli anni ’70, quella che ha portato all’abbattimento delle centinaia di baracche abusive a Portonovo. In questa vacanza d’interventi si sono moltiplicate iniziative anche devastanti, la politica dei fatti compiuti, opere discutibili anche di amministrazioni comunali o sovra comunali. L’iniziativa incalzante delle Associazioni naturalistiche, la presentazione di una proposta di legge d’iniziativa popolare, ed un’altra dell’Amministrazione Provinciale di Ancona hanno, nel recente passato, accelerato e radicalizzato la discussione.“ Oggi, dopo tre decenni da quell’analisi, il quadro istituzionale è decisamente cambiato, almeno negli assetti.: scomparse la stessa Associazione dei Comuni e l’Azienda Riviera del Conero, modificata la Provincia, in fase evolutiva la situazione dei piccoli comuni e finalmente operativo l’Ente parco. Ma il richiamo ad un’azione sinergica e coordinata resta sempre un punto di riferimento fondamentale per la migliore efficacia della gestione e salvaguardia del Conero. Insomma la mostra ha ancora messaggi “moderni”. D’altra la bellezza delle immagini e anche la modernità del simbolo grafico rendono tuttora quel evento un contributo attuale e soprattutto uno straordinario segno di amore per questo territorio.
Gilberto Stacchiotti - Vice Presidente Ente Parco del Conero
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