23 Gennaio 2016

Loriana Tittarelli, la signora dei sassi

Da cinque anni, tutti i giorni si concede un bagno al mare: ‘è come un ringraziamento rivolto a non so chi e a non so cosa per questa mia serenità’. Loriana Tittarelli, la ‘signora dei sassi’ è l’ artista che scandisce le stagioni alle pendici del Conero, con una pratica nota come Stone Balancing, ovvero, il porre le pietre in equilibrio. 

Di Offagna, madre di due figli, ogni mattina parte per il suo viaggio, regalando momenti magici di perfetta armonia tra uomo, arte e ambiente, alle tante persone che si recano ai Sassi Neri per vederla all’ opera. ‘Questo percorso di dialogo interiore –racconta Tittarelli- è scaturito da un triste evento di dodici anni fa, la scomparsa di mio marito, che mi ha spinto a intraprendere il più bel viaggio, quello in noi stessi in compagnia della solitudine, immergendomi nella natura. Nei silenzi ho trovato risposte e serenità. Mi sono affidata a lei, ai colori, al mare e a tutto ciò che di meraviglioso offre. Ho la fortuna di abitare vicino al Parco del Conero ed ogni giorno, per raggiungerlo, intraprendo questo piccolo viaggio, è un andare e tornare’.

Loriana, quando ha iniziato a porre le pietre in equilibrio?

Più o meno cinque anni fa, era Febbraio del 2011.

L’ incontro con questa pratica è stato casuale?

Si, è stato del tutto casuale, ero in un periodo particolare della mia vita e, passeggiando al mare, sono stata attratta da questa disciplina. Per la prima volta mi sono trovata di fronte alle pietre in equilibrio, enigmatiche e mute. Quel piccolo punto d'incontro mi ha comunicato qualcosa. Tutto è iniziato così.

C’è un posto che preferisce per realizzare le sue sculture?

Mi reco tutti i giorni da cinque anni ai Sassi Neri, una spiaggia di Sirolo, per realizzare queste effimere sculture e per contemplare quest'angolo di paradiso nel cuore del Parco del Conero.

Quale mix di sensazioni l’attraversa in quei momenti?

E’ difficile spiegare le sensazioni che si provano mentre si realizzano le sculture. Inizio con il cercare i sassi mettendoli in equilibrio e ascolto le loro vibrazioni. Si è pervasi da un senso di rilassatezza, serenità e soddisfazione a opera compiuta. D'altro canto, però, al fine di approcciarsi al meglio a questa "disciplina" è richiesto sempre uno stato d'animo tranquillo e la pace con noi stessi, un equilibrio interiore. E’ come perdersi nel silenzio, lasciarsi andare, sentirsi in armonia con il tutto. Infine, con la macchina fotografica cerco di catturare questi momenti magici, quel piccolo punto d'incontro per me rappresenta la vita, un equilibrio saldo, ma allo stesso modo precario e labile.

Quest’ arte ha un nome?

Non ha un vero e proprio nome, viene conosciuta come Stone balancing, che significa, letteralmente, porre le pietre in equilibrio. L’intento di questa forma d'arte è quella di utilizzare ciò che si trova in natura e nel luogo scelto, confidando in quello che la natura mette a disposizione.

Esiste una scuola? Qualora si volesse imparare a porre le pietre in equilibrio, che bisogna fare?

Non c'è una scuola vera e propria ma degli incontri che noi balancer facciamo in giro per il mondo incuriosendo chi ci guarda ad avvicinarsi e a provare quest'arte.

Qual è la curiosità più ricorrente che ha il suo pubblico?

La parte più divertente di questa pratica è sentire i loro discorsi goliardici su quanto sia facile con colle e arcani trucchi. Molti si sfidano a provare e tanti, come scettici primati, si avvicinano timorosi, guidati dalla loro curiosità della scoperta e finiscono quasi sempre per toccare la struttura, la quale inevitabilmente crolla. Dovreste vedere le loro facce incredule e mortificate davanti alle pietre crollate. Una turista ipotizzò che questi sassi contenessero una calamita. I turisti vengono spesso a vedermi nei periodi estivi, chiamandomi "La signora dei sassi", molti vengono per fotografare, altri si fermano tutto il giorno, alcuni si fermano per meditare e scambiare parole, chiedere consigli sulla loro vita. Incontro persone di tutti i tipi, ognuno con la sua storia. 

Cristina Gioacchini

Archivio Giornale

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