Tra i trentamila desaparecidos generati dal mostruoso “leviatano” della dittatura argentina, due erano di origine anconetana. Si tratta di due personaggi importanti la cui vita è finita tragicamente, ma così piena di lotta, di valori e di impegno sociale.
Luis Stamponi (Punta Alta 14.02.1935- desaparecido) e sua madre Mafalda Corinaldesi (Bahia Blanca 25.11.1915-desaparecida), erano rispettivamente nipote e figlia di Giulio Corinaldesi, anconetano, emigrato giovanissimo in Argentina nel 1898. Entrambi furono tra le tante brutali vittime dell’operazione Condor. “Attraverso il Processo Condor in corso a Roma l’America Latina continua infatti a riproporre storie di donne e di uomini che hanno dedicato la propria vita per il raggiungimento degli ideali più nobili. Tra le vittime in tale Processo vi sono Mafalda Corinaldesi e Luis Stamponi. Di famiglia non abbiente, Luis comincia a lavorare molto giovane, ma nel contempo frequenta regolarmente la facoltà di ingegneria. Il primo impegno politico di Stamponi fu nel Partido Obrero argentino di orientamento Trotskista, che lo invia nel 1962 a frequentare un corso di istruzione a Cuba; la direzione cubana in quel momento aveva deciso di promuovere la lotta armata in America del Sud. Lì conobbe il suo connazionale Ernesto Guevara, la sua missione diventò quella di estendere la lotta verso Perù e Argentina, partendo dal territorio boliviano. Stamponi, attivatosi in Argentina, fu intercettato e imprigionato. Nel 1967 compì un nuovo viaggio a Cuba da dove, con altri argentini, avrebbe raggiunto Ernesto Guevara in Bolivia. Qua, viene arrestato e deportato in Cile, da da dove si imbarca nuovamente verso Cuba. Nel 1972 ha luogo un rientro in Bolvia per dirigere una delle quattro colonne conformate dall’ELN in clandestinità. Per sfuggire alla repressione del regime del generale Hugo Banzer, si rifugia temporaneamente nel Cile di Salvador Allende. Dopo il golpe del generale Augusto Pinochet si dovrà riparare in Perù. Tornato in Bolivia alla fine del 1975, svolse il compito di responsabile dei centri minerari, il centro nevralgico della resistenza politica alla dittatura militare.Catturato il 28 settembre del 1976 a Llallagua, fu sottoposto a torture per diversi giorni e, successivamente, consegnato alla gendarmeria argentina nel confine di La Quiaca. Diventò così l’ennesimo prigioniero scomparso. Si sa soltanto che altri prigionieri politici trasferiti dalla Bolivia furono portati al centro di detenzione clandestino Automotoras Orletti di Buenos Aires dove vi erano anche dei detenuti uruguaiani. Si suppone che, per errore, possa essere stato prelevato e trasferito in Uruguay insieme ad altri prigionieri, di fatto il suo corpo non fu mai ritrovato. Il 13 novembre del 1976, sua madre Mafalda Corinaldesi, di 64 anni, giunge a La Paz per indagare sul conto di suo figlio scomparso. Ufficiosamente venne a sapere della consegna alle autorità argentine, pertanto ritorna a Buenos Aires. Da un albergo di Buenso Aires fu prelevata dalla Polizia Federale e da allora è considerata, insieme a tanti altri, una desaparecida.
Fiorenzo Santini
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