Appena imboccata la salita che porta in cima al monte Conero, alla prima curva sulla destra c’è una piccola struttura di servizio dell’acquedotto sirolese dove, a ben guardare, si leggono i segni dei tempi in cui le tensioni tra fautori del parco e avversari del parco si traducevano anche in comportamenti conflittuali.
Era l’estate 1977 quando i volontari in servizio al campo antincendi boschivi del Poggio realizzano sulla parete del manufatto un allegro dipinto che inneggia alla natura, firmato WWF. Sarà una bella opera di arte all’aperto finché alcuni anni più tardi nel periodo più burrascoso e conflittuale sul futuro del Conero, nel 1985, altre mani coprono l’immagine ribadendo a chiare lettere il loro messaggio “No al parco. Sirolo è il Conero… il Conero per i sirolesi.” Passano gli anni, il parco c’è e col tempo il primitivo disegno sembra riaffiorare dal passato, ma quella originale bellezza è ormai perduta per sempre, muta testimonianza di contrasti finiti anche sui muri e di cui si fatica a conservare persino la memoria.
Gilberto Stacchiotti - Vice Presidente Ente Parco del Conero
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