L’estate meteorologica, già arrivata tardi, ci ha improvvisamente lasciato con la fine del mese di agosto.
Ad alcuni dei tanti turisti che hanno continuato ad affollare la Riviera è sembrato più opportuno ripiegare sulla ritirata a casa. Certo, sono venuti dalle nostre parti per il mare. E’ questo il punto, qui l’errore. Il mare c’è, di qualità. Le località balneari ci sono, seppur con qualche dubbio sull’efficienza dei servizi. Tutti aspetti fino qui migliorabili. Quello che invece a mio avviso manca, è la progettazione di servizi che qualifichino un tipo di turismo diverso, sotto certi aspetti migliore, perché più consapevole: il turismo ambientale. Green economy, allungamento di stagione, turismo verde, sostenibile. Abbiamo fatto tanto esercizio di vocabolario. Ora bisognerebbe fare esercizio di creazione: creazione di idee e loro realizzazione. Se l’obiettivo è quello di caratterizzarsi con ciò che la natura offre, occorre innanzitutto che ci sia la volontà delle Amministrazioni locali, che nel Parco troveranno sempre un interlocutore disponibile. Un’esigenza su cui dibattere è quella dei percorsi ciclabili, di cui si parla da tempo e di cui anche molti operatori turistici sentono la necessità per soddisfare un mercato in crescita. Un settore che si va espandendo: il ciclo turismo, amato soprattutto dai turisti nord europei, caratterizzati per una marcata sensibilità ambientale. Ma le piste ciclabili non sono solo un servizio per chi ama viaggiare con la bici, rappresentano anche un servizio permanente al turista che, arrivato in una destinazione qualificata dal pregio ambientale, ama abbandonare la macchina e muoversi con mezzi alternativi, ecologici e che fanno bene alla salute. Stiamo tutti osservando anche il diffondersi delle biciclette a pedalata assistita, un mezzo non inquinante e diverso di spostarsi, che agevola le salite che ci contraddistinguono. Per avvantaggiare questo tipo di turismo, qualificare il territorio e creare servizi, servono degli investimenti da parte degli Enti Locali per progettare e realizzare una rete efficiente di piste ciclabili, quindi bisogna crederci e darsi priorità, in un periodo dove le risorse sono molto scarse per tutti. Ma mettersi insieme, fare squadra e progettare reti di interconnessione tra le cittadine, potrebbe essere il modo di accedere ai fondi europei. Alcune vie già ci sono, altre vanno potenziate ed alcuni tratti creati. Un modo per partire da quello che c’è è ad esempio rendere stabile il percorso del Marche Endurance Lifestyle. Visto che le nostre località hanno funzionato bene come richiamo per il turista, a mio parere serve pensare e realizzare insieme nuovi servizi che possano rendere più accattivante e competitiva la zona, per fidelizzare sempre più i turisti, soprattutto coloro hanno un’attenzione particolare per l’ambiente. Siamo ad un punto cruciale per il territorio: è il punto in cui abbiamo tutte le carte in regola per migliorare e propendere in avanti, o per rimanere indietro ed arretrare rispetto ad altre località più reattive. Le materie prime ci sono ed ora è tempo di fare sintesi, tutti insieme.
Fabia Buglioni - Consigliere Ente Parco del Conero
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