Tutelare il suolo, una delle più importanti risorse naturali del pianeta, essenziale, limitato, non rinnovabile e insostituibile. Proteggere il paesaggio, la biodiversità e i servizi fondamentali per il nostro benessere che dipendono da un suolo in buona salute.
Di questo e molto altro si è parlato ieri pomeriggio alla facoltà di Scienze dell’Università Politecnica delle Marche in occasione di “Save Your Future, Save The Soil!”, organizzato in stretta collaborazione tra Legambiente Marche, Sipe (Società Italiana Pedologia), Siss (Società Italiana Scienza del Suolo), Università Politecnica delle Marche e A.C.U. Gulliver. L’evento, che è stato un’occasione per richiamare l’attenzione sulle prospettive e sulle problematiche attuali del suolo nel nostro Paese, ha visto la partecipazione attiva di molti studenti della facoltà, che hanno risposto con entusiasmo e interesse a questo momento di studio e di formazione. “Ad oggi il 60% della costa è sparito sotto il cemento e a salvaguardare il consumo di suolo nella nostra regione sono solo i 26 km di costa ricadenti nelle due aree protette formate dal Parco Regionale del Conero e dal Parco Naturale del Monte San Bartolo, che rappresentano l’unicità e la ricchezza inestimabile del nostro territorio – ha dichiarato Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche –. È necessario ed urgente, quindi, lavorare per ampliare le zone di tutela del nostro litorale e riavviare l’iter legislativo per l’approvazione di una normativa che fermi il consumo di suolo nelle Marche. Una particolare attenzione, inoltre, va posta anche e soprattutto alle aree colpite dal sisma, vista la delicata sfida che queste stanno vivendo nel riorganizzare comunità, economie e servizi. Il nostro paesaggio e la salvaguardia delle nostre bellezze sono risorse non rinnovabili che rappresentano un prezioso e fondamentale presupposto per lo sviluppo e per la rinascita in chiave turistico-economica della nostra Regione”. “Assieme a acqua e aria, il suolo è tra le risorse finire del pianeta – ha aggiunto Giuseppe Corti, docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali –. È una risorsa finita nel senso che potrà anche rigenerarsi, ma non alla scala della vita umana. Ogni tipo di aggressione al suolo, sia essa dovuta a erosione, inquinamento, urbanizzazione selvaggia o altro, comporta una riduzione della quantità e della qualità di suolo a disposizione dell’umanità. Se consideriamo che, a livello mondiale, la quantità di calorie derivante da pesce e altri alimenti marini è l’1% del fabbisogno, è evidente come sia necessario tutelare il suolo, dal quale dipende anche la qualità dell’acqua che beviamo e dell’aria che respiriamo”. L’evento è stato anche l’occasione per contribuire alla raccolta firme di “People4Soil”, una rete libera e aperta di ong europee nata con l’obiettivo di promuovere un’Iniziativa dei cittadini europei (Ice), ovvero una petizione per introdurre una legislazione specifica che riconosca e tuteli il suolo come patrimonio comune in Europa. Un obiettivo ambizioso, quello di “People4Soil”, considerando che per introdurre la legislazione servono un milione di firme entro il 12 settembre prossimo, di cui quelle raccolte finora in Italia sono circa 22mila, la metà circa del quorum necessario di 45mila solo per il nostro Paese. All’iniziativa hanno preso parte: Giuseppe Corti, docente del dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali, Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche ed Emiliano Stazio, Legambiente Marche.
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