Un nuovo piano per rendere le città più vivibili, migliorare la qualità della vita dei cittadini e liberare l’aria dallo smog. Questa è la proposta degli ambientalisti, tra cui Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche, Andrea Bagalini, direttore di Legambiente Marche e Vincenzo Russo, presidente Circolo Legambiente Azzaruolo di Jesi, che si sono radunati in piazza il 29 gennaio a Jesi per chiedere impegni seri ed efficaci nella lotta alle polveri sottili, in occasione della storica campagna di Legambiente Mal’aria contro l’inquinamento atmosferico.
Un’emergenza, quella dello smog, che non riguarda solo i grandi centri urbani ma che nel 2015 ha visto andare fuori legge anche Jesi, con 57 sforamenti, Falconara Scuola (49), Pesaro – via Scarpellini (45), Fano – via Monte Grappa (40) e San Benedetto del Tronto (38). La legge prevede di poter superare il limite giornaliero di 50 µg/m3 per un massimo di 35 giorni all’anno. A pochi giorni dall’inizio del 2016, sono già molti gli sforamenti registrati dalle centraline di monitoraggio: Ancona Cittadella (6), Chiaravalle/2 (1), Fabriano (3), Falconara Alta (7), Falconara Scuola (10), Fano – via Monte Grappa (10), Jesi (9), Pesaro – via Scarpellini (11), San Benedetto del Tronto (6) e Urbino – via Neruda (3). Secondo Legambiente, per contrastare in maniera efficace l’inquinamento atmosferico, è indispensabile un cambio di passo nelle politiche della mobilità sostenibile, potenziando il trasporto sul ferro, l’uso dei mezzi pubblici e la mobilità nuova, e rendere così le auto l’ultima soluzione possibile per gli spostamenti dei cittadini. “Ci appelliamo a tutti gli amministratori locali e regionali per lavorare insieme ad una strategia comune, che porti in tempi brevi ad una nuova mobilità – commenta Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche -. In occasione dell’incontro del 30 dicembre scorso, tra Ministero ed Enti Locali, abbiamo consegnato al Ministro dell’ambiente Gian Luca Galletti, al Presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e al Presidente dell’Anci Piero Fassino un decalogo per combattere lo smog che oggi chiediamo di sottoscrivere a tutti gli amministratori marchigiani. Queste proposte oggi vedono già l’adesione del Presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi e la piena condivisione dell’Assessore all’ambiente della Regione Marche Angelo Sciapichetti. È ora di passare veramente dalle parole ai fatti – conclude Legambiente -, attraverso una politica integrata, concreta e lungimirante, fatta di interventi mirati, per cambiare concretamente la qualità dell’aria e rendere più vivibili le nostre città”. Tra le proposte che Legambiente rilancia a Governo, Regioni e amministrazioni locali, per liberare le città dallo smog e renderle più vivibili ci sono: quella di incrementare il trasporto su ferro con 1000 treni per i pendolari; incentivare la mobilità sostenibile attraverso, 100 strade per la ciclabilità urbana, realizzando un primo pacchetto di nuove corsie ciclabili all’interno dell’area urbana. Limitare la circolazione in ambito urbano dei veicoli più inquinanti (auto e camion) sul modello di Parigi. Ed ancora prevedere, con una disposizione nazionale, l’estensione del modello dell’Area C milanese a tutte le grandi città con una differente politica tariffaria sulla sosta, i cui ricavi siano interamente vincolati all’efficientamento del trasporto pubblico locale. Fermare i sussidi all’autotrasporto per migliorare il TPL. (Nella legge di stabilità 2016 i sussidi all’autotrasporto sono 3miliardi di esonero sull’accisa e 250milioni di sconti su pedaggi autostradali). Vietare l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici a partire dalla prossima stagione di riscaldamento. Ridurre l’inquinamento industriale applicando autorizzazioni integrate ambientali (AIA) stringenti e rendere il sistema del controllo pubblico più efficace con l’approvazione della legge sul sistema delle Agenzie regionali protezione ambiente ferma al Senato da oltre un anno. Infine servono nuovi controlli sulle emissioni reali delle auto. L’inquinamento da PM10 ha rilevanti impatti sulla salute: ogni anno l’inquinamento dell’aria causa oltre 400.000 morti premature nei paesi dell’Unione Europea. Fra questi, l’Italia ha uno dei peggiori bilanci in Europa: la Penisola detiene il record di morti per smog con 59.500 decessi prematuri per il Pm2,5 – 3.300 per l’Ozono e 21.600 per gli NOx nel solo 2012 (Dati Agenzia Europea dell’ambiente). Stime che potrebbero crescere esponenzialmente se come valori limite di riferimento per gli inquinanti si prendessero quelli consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; in base a questi valori dell’OMS, la percentuale di popolazione in ambiente urbano esposta a concentrazioni di polveri sottili dannose per la salute salirebbe dall’attuale 12% a circa il 90%; per l’Ozono si passerebbe dall’attuale 14-15% al 97-98%. Legambiente ricorda poi che i danni alla salute della popolazione si traducono in costi economici dovuti alle cure sanitarie, che nella Penisola si stimano tra i 47 e 142 miliardi l’anno (dati riferiti al 2010). Ci sono poi i danni economici legati al mancato rispetto delle norme italiane ed europee sulla qualità dell’aria. Sono due le procedure d’infrazione contro il Belpaese, entrambe nella fase di messa in mora. La prima, la 2014_2047, avviata nel luglio 2014 riguarda la “cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e il superamento dei valori limite di PM10 in Italia”; mentre la seconda, la 2015_2043, avviata nel maggio 2015 riguarda “l’applicazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria ambiente ed in particolare obbligo di rispettare i livelli di biossido di azoto (NO2)”. Aria sempre più irrespirabile, ma anche città sempre più rumorose. Legambiente ricorda che in Italia sono quasi sei milioni (il 10% della popolazione) i cittadini esposti, negli ambiti considerati, al rumore prodotto dal traffico stradale a livelli giornalieri inaccettabili secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Le persone esposte, invece, ad elevati livelli di inquiamento acustico durante la notte sono quasi cinque milioni. La risposta a questa situazione è però ancora del tutto insufficiente. Non per nulla l’Italia è in procedura d’infrazione, in stato di messa in mora, per il mancato rispetto della normativa comunitaria relativa ai livelli di inquinamento acustico, la Direttiva 2002/49/CE.
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