ANCONA – Il dibattito circa le problematiche che riguardano il presente e il futuro del la “SP1 del Conero” riguarda anche la fruizione del territorio dell’Ente Parco attraversato da questa viabilità, la tutela della fauna selvatica che vive nel Parco e le possibilità di declinare questa arteria in altri modi.
«L’eventuale declassamento a strada comunale, insistendo in parte nel comune di Ancona e in parte in quello di Sirolo è auspicabile ed avrebbe numerosi vantaggi – dice il Presidente Daniele Silvetti – sia di ordine turistico, paesaggistico e ambientale ma anche legato alla sicurezza».
Si tratta infatti di un tracciato che attraversa il Parco del Conero da Sirolo ad Ancona ma che oggi è percorso praticamente solo da automezzi e moto, circa 8.000 al giorno nei due sensi di marcia, e senza efficaci controlli della velocità né possibilità di corsie di emergenza.
«Con la situazione data vi sono pochissime possibilità di fermarsi per ammirare il paesaggio e fruire del territorio - insiste Silvetti – e non vi è la possibilità di percorrerla in sicurezza né a piedi, né in bici né a cavallo, mentre la mobilità sostenibile è un tema sul quale stiamo lavorando tanto per contribuire alla conservazione e alla valorizzazione del Parco».
Negli anni passati il Parco del Conero ha organizzato anche eventi che portavano alla chiusura temporanea di un tratto, quello da Portonovo a Massignano. «Si trattava – ricorda il Direttore del Parco del Conero Marco Zannini – di un evento nel mese di settembre che serviva a sensibilizzare sia gli amministratori che i residenti su un tema molto sentito oltre che un’occasione per una fruizione diversa e necessaria anche di quella strada del Parco e che negli anni ha assunto dimensioni sempre più rilevanti per il crescente numero di fruitori»
L’auspicio da parte del Parco del Conero si sintetizza in pochi punti.
«Siamo disponibili a partecipare – conclude il Presidente Silvetti – ad un tavolo di confronto per far sì che la SP1 venga declinata in altri modi rispetto a quello attuale, possa essere fruita da cittadini e turisti, possa essere declassata a strada comunale potendo così imporre limiti di velocità più severi e realizzando postazioni fisse di controllo della velocità, al contempo valorizzandola come strada turistica a tutti gli effetti e per 12 mesi l’anno, tutelando conseguentemente la fauna crepuscolare che esce dal bosco in cerca di cibo e riducendo quindi il numero degli incidenti cruenti che purtroppo coinvolgono animali e persone».