Gli esperti di Legambiente Marche capofila del progetto, e del Parco del Conero hanno illustrato agli studenti del Liceo Rinaldini le finalità del lavoro in corso.
ANCONA – Proseguono le iniziative di divulgazione del progetto “Reti in Circolo” finanziato dalla Fondazione Cariverona che mira a ridurre l'impatto ambientale delle reti da pesca in Nylon 6 e i rifiuti prodotti dalla Marineria di Ancona, promuovendo una filiera ittica sostenibile e circolare che prevederà la creazione di un centro di recupero e stoccaggio presso il porto di Ancona, realizzato attraverso accordi tra produttori di reti e l'associazione pescatori motopescherecci.
L’illustrazione delle attività di progetto è stato il tema del laboratorio “Intrecci Sostenibili” organizzato presso il Museo Omero di Ancona da Wayouth, associazione nazionale di promozione sociale composta da giovani under 25 che creano connessioni tra opportunità e talento attraverso progetti di formazione ed orientamento che sprigionano le potenzialità di questa generazione.
Il Laboratorio al quale hanno partecipato gli studenti del Liceo Rinaldini di Ancona con i loro insegnanti è stato introdotto dagli interventi di Anna Lisa Vesprini, biologa marina che, per conto di Legambiente Marche, ha illustrato le finalità di progetto e il problema dell’impatto ambientale delle reti da pesca con un focus anche sulle azioni concertate con i partner e consulenti del progetto. Filippo Invernizzi per conto del partner Parco regionale del Conero ha illustrato l’importanza di coinvolgere la comunità, giovani e meno giovani, considerando il ruolo che l’Ente parco svolge nel percorso di tutela e valorizzazione di quest’area protetta e dell’ambiente in generale.
“Il centro di recupero e stoccaggio che realizzeremo – ha detto Anna Lisa Vesprini - avrà il compito di raccogliere, stoccare e avviare al riciclo le reti dismesse, riducendo significativamente la quantità di rifiuti marini e migliorando la salute degli ecosistemi”. “La sensibilizzazione dei giovani di oggi, decisori di domani – ha aggiunto Filippo Invernizzi – è determinante, ed è uno degli obiettivi primari che un Parco come il nostro deve perseguire attraverso momenti di formazione e informazione in aula e non solo”.
Le reti da pesca dismesse, in particolare quelle realizzate in poliammide 6 (Nylon 6), costituiscono una delle principali fonti di inquinamento marino persistente perché può permanere nell’ambiente per oltre 400 anni, contribuendo significativamente al rilascio di microplastiche. Esse sono state rilevate nella rete alimentare marina, con conseguenze tossiche e sanitarie per via anche dei coloranti.
Un altro grande problema nell’utilizzo delle reti da pesca è il fenomeno delle reti fantasma. Si verifica quando attrezzi da pesca vengono persi, abbandonati o scartati in mare, e continuano a esercitare una pesca passiva non danneggiando habitat vulnerabili come i fondali sabbiosi e rocciosi. Le attività di “Reti in Circolo” proseguiranno con l’attività di formazione per i pescatori coinvolgendo le imbarcazioni della marineria di Ancona che operano con reti in Nylon 6.
Ogni anno vengono dismesse circa 10 tonnellate di reti, attualmente conferite all’indifferenziato.
