Alla scoperta del Parco del Conero: "Il buco del diavolo". L’ingresso è Accessibile solo con visita guidata

Editoriale

Approfondimento a cura di Gilberto Stacchiotti

 

E’ uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi del Parco del Conero. La toponomastica aiuta ma il buco del diavolo non ha nulla a che vedere con antri infernali o raduni di streghe. E’ semplicemente l’imbocco di una cavità che continua ad alimentare la curiosità e la suggestione di speleologi, archeologi e cultori di questa terra. Si nasconde all’interno del bacino del Boranico che nella campagna cameranense scende verso l’Aspio.

E’ zona deliziosa di oliveti simmetrici, coltivi abbandonati, campi di grano, querce solitarie e un reticolo idrografico di piccoli corsi d’acqua coperti spesso da canneti e roveti. Per raggiungerlo occorre prendere una deviazione dal sentiero 318, l’anello della Gradina, in prossimità di una fitta macchia di allori, scendendo poi verso il fondovalle.  

Per superare il dislivello finale c’è una fune ma il terreno roccioso può diventare alquanto insidioso soprattutto dopo la pioggia per cui la visita è consentita soltanto con la presenza di una guida.

L’ambiente circostante, racchiuso tra le strette pareti della forra, è molto fresco con abbondante copertura di edera e folta presenza di felci. In primavera alcune primule portano una bella macchia di colore. Il fosso adesso è completamente asciutto ma in passato certamente aveva una discreta portata d’acqua, così da creare in questa zona una cascatella capace di nascondere parzialmente il buco del Diavolo.

“Chi si avventura – scrive Alberto Recanatini nel libro “Le grotte del Conero” (edito dal parco del Conero nel 1997) - non può non sentirsi accompagnato dalle numerose leggende che nel tempo sono fiorite intorno a quello strano ipogeo. Procedendo nei suoi meandri sotterranei, superato il primo impatto con il fascino fanciullesco e fiabesco, del sacro immaginare, l’attenzione è attratta da particolari concreti e non meno affascinanti: quelli che possono a loro volta far luce sull’epoca del loro scavo e dare indicazioni atte a comprendere l’uso e la destinazione.”

Il buco del diavolo è un’apertura di un condotto con volta a botte che si mantiene a lungo con le stesse caratteristiche dimensioni: altezza 160 cm e larghezza 60. Dall’ingresso principale, dopo una ventina di metri si biforca e mentre il ramo destro è presto ostruito quello sinistro è percorribile per alcune centinaia di metri verso il fosso della Tomba. Lungo il suo sviluppo s’incontrano delle piccole nicchie sulle pareti che servivano per l’illuminazione mentre a distanza regolare sulla volta si aprono dei camini utili alla ventilazione e a facilitare un rapido accesso per manutenzione o come via di fuga. La presenza di tratti analoghi scoperti in questo settore collinare e nel sottosuolo del capoluogo suggerisce l’ipotesi che possa trattarsi di un acquedotto che alimentava Ancona e Numana, cioè un’opera di ingegneria idraulica di altissimo interesse archeologico già presente in epoca romana.

ra le leggende che riguardano questo sito, la più nota ricorda che percorrendo interamente il camminamento si arriverebbe ad un tempio pagano con un altare su cui è posta una chioccia d’oro e dodici pulcini d’argento; l’eventuale scopritore però non riuscirebbe a tornare indietro se non indovina il nome del demone che custodisce quel segreto. L’acqua sembra avvolgere realtà e mistero. La storia insegna infatti che per difendere questa indispensabile risorsa l’uomo ha sempre cercato di proteggere sorgenti, fonti, pozzi od acquedotti. Forse proprio questo alone misterioso e spaventoso (il buco del diavolo è detto anche buco della paura) serviva a tenere lontani curiosi e nemici dalle importanti fonti idriche dei nostri antichi progenitori. Il diavolo e le leggende potrebbero davvero essere strumenti di dissuasione ma in fondo come tutti i luoghi “magici” anche per il buco del Diavolo nel parco del Conero sono importanti le scoperte ma altrettanto bello è conservare il fascino di ciò che può alimentare la nostra fantasia. Ricordando sempre quanto è preziosa l’acqua.

NB: L’ingresso è Accessibile solo con visita guidata