Un libro pensato come fosse il frutto di un'escursione. Un'enorme immersione nei paesaggi, tra i sentieri che s'inerpicano nel bosco, tra i vicoli dei borghi a picco sul mare. Uno sguardo, quello dello scrittore Gilberto Stacchiotti, che funge da lente d'ingrandimento per mettere meglio a fuoco dettagli e particolari di uno dei territori più ricchi di bellezze naturali e storiche: il Conero. Per dirla con le parole del titolo, appunto, il “Conero – Bellezza infinita”. Il testo (ben 300 pagine con una ricca iconografia) è stato appena pubblicato. E l'autore, ex presidente dell'Ente Parco del Conero, lo presenterà il prossimo 10 febbraio in un incontro in streaming promosso dall'associazione Il Pungitopo di Legambiente sulla propria fanpage Facebook.
Alla ricerca del Conero
Col piglio dello scopritore, o meglio dell'escursionista, l'autore del libro ha intessuto una fitta tela di collegamenti dove il fil rouge è la sorpresa. Quella che coglie d'improvviso il viandante alle prese per la prima volta con gli scorsi e le ambientazioni del Conero. «Questo libro è uno strumento per conoscere il Parco – spiega Stacchiotti – per questo, quando ho cominciato a scriverlo, mi sono posto uno schema che fosse anche in grado di suscitare sorpresa nel lettore. Credo che sia questo il modo migliore per apprezzare la grande ricchezza del Conero». Passeggiando tra i sentieri, infatti, è possibile imbattersi nelle tante sfumature offerte dalla natura. Ma basta voltare lo sguardo poco distante per scorgere il passaggio di antiche popolazioni. «Lungo una stessa escursione sul Conero si può ammirare la bellezza di un fiore e poco più avanti quella di luoghi simbolici e storici che caratterizzano questo territorio – continua lo scrittore – non c'è una sequenza tematica quando si effettua una passeggiata in questi sentieri. Dunque ho cercato di trasporre lo stesso principio nelle pagine del libro». Due anni di intenso lavoro che ha trovato un'accelerata durante il periodo del lockdown in cui Gilberto Stacchiotti si è dedicato anima e corpo alla scrittura. Il suo legame profondo con il territorio, e uno spirito animato da grande curiosità, hanno giocato un ruolo decisivo per la raccolta minuziosa di informazioni che rendono il volume accattivante e allo stesso tempo adatto ad approfondimenti.
Per turisti e appassionati
L'equilibrio su cui gioca la scrittura di Stacchiotti fa leva proprio sulla doppia valenza del libro. La peculiarità risiede nel fatto che non c'è un identikit del perfetto fruitore. “Conero – Bellezza infinita” potrebbe essere indirizzato tanto al turista, quanto all'appassionato. «Più che altro credo che il destinatario sia una persona curiosa – precisa Stacchiotti – per avventurarsi insieme a me nelle mete diverse da quelle che solitamente vengono descritte, se non addirittura banalizzate». C'è un vecchio motto caro agli ambientalisti, che recita: “conoscere per amare, amare per proteggere”. «Ecco, chi vuole conoscere meglio questo territorio – continua l'autore – deve avere una sensibilità attenta alla sua stessa conservazione». Il linguaggio comune è senza dubbio quello della bellezza, che nel libro diventa infinita perché lasciata all'interpretazione del lettore. «Il Parco del Conero è un'eccellenza sotto tutti i punti di vista – segue Stacchiotti – in poche decine di chilometri quadrati troviamo spazi “infiniti” per alimentarci di bellezza». Ma c'è anche un altro aspetto preso in esame dall'autore nelle pagine del suo scritto. Ed è quello più legato alle attività di tutela svolte dall'Ente Parco. «Molti progetti di tutela ambientale e iniziative di divulgazione non sarebbero mai stati realizzati senza l'Ente Parco del Conero che ringrazio per avermi concesso di attingere all'enorme archivio a disposizione – afferma Stacchiotti – Le tante scoperte, come ad esempio quella dei forni neolitici, non avrebbero avuto quella visibilità che invece hanno raggiunto proprio grazie all'attività dell'Ente». Dunque l'autore non lascia inesplorato nessun angolo di questa multiforme e complessa realtà. Ma tra le sfaccettature, è sicuramente quella emotiva a suscitare quell'irrefrenabile attrazione. Come lui stesso scrive nelle ultime righe della prefazione: “Emozioni infinite che accompagnano il cammino di chi si lascia trasportare in questi luoghi, spinto dalla curiosità e assetato di bellezza».