Tornano le seppie nel mare del Conero: Parco e Univpm insieme per il progetto del ripopolamento

Biodiversità

In acqua le fascine per il ripopolamento delle seppie. Anche se il periodo riproduttivo sta finendo, l'iniziativa The Cuddlefish Project procederà ugualmente.

La prima azione, coordinata dal Parco del Conero con l'Univpm Dipartimento di Scienze della Vita e dell'Ambiente, in collaborazione con la Cooperativa Pescatori di Numana e i Comuni di Numana, Sirolo e Ancona, era infatti prevista nel mese di marzo. Un progetto a costo zero per l'Ente Parco e che ha visto il coinvolgimento, oltre che dell'Università, anche di molti volontari e studenti.

Il primo passo
Le “nursery” per la riproduzione della Seppia Officinalis saranno immerse al largo di Numana, Sirolo e Ancona tra fine febbraio e i primi di marzo. Un esperimento pluriennale volto a favorire il ripopolamento dei cefalopodi al largo del Conero e che potrebbe già dare i primi risultati entro l'anno. Lo studio effettuato all'Univpm è stato sollecitato dall'Ente Parco dopo un consulto con la Cooperativa Pescatori di Numana per salvaguardare la specie fortemente a rischio nell'Adriatico. A sollevare la particolare problematica alcuni metodi di pesca, tra cui quella a strascico o con draghe, che hanno contribuito al cambiamento della conformazione dei fondali marini. La scomparsa, in certi tratti, della vegetazione composta da ciuffi di Cystoseira, impedisce oggi il deposito delle uova, e dunque mette a repentaglio la presenza stessa della specie.

Il progetto
The Cuddlefish Project nasce dalle preoccupazioni, espresse dai pescatori di Numana all’Ente Parco del Conero, in merito alla costante riduzione dello stock di Seppia Comune lungo le coste del nostro territorio. Di fronte a queste problematiche si è deciso di sviluppare un progetto di ampio respiro, che potesse sì permettere il ripopolamento dello stock locale di S. officinalis, ma che si focalizzasse anche su un problema più complesso, spesso poco considerato: la corretta conservazione dei nostri fondali. Il progetto pilota è stato avviato tra maggio e ottobre 2019 ed era volto principalmente a testare i materiali e metodi selezionati nel corso della pianificazione ed a delineare con maggior precisione i criteri e gli obiettivi del progetto definitivo. Poi si è passati alla fase operativa. Per la composizione delle fascine sono stati scelti componenti biodegradabili o di origine naturale, per limitare l’ingresso di inquinanti e contaminanti in mare.

Le strutture