Arriva il progetto per il contenimento della trachemys

Biodiversità

La tartaruga dalle striature gialle spaventa l'habitat di Portonovo. Il Parco del Conero fa costruire il laghetto per il recupero degli esemplari abbandonati

Un laghetto per il recupero delle tartarughe. E' questo il progetto che verrà realizzato nell'area antistante il parcheggio dell'Ente Parco del Conero, a Sirolo. Si tratta di una vasca di contenimento per le Trachemys, che sarà ultimata con la ripartenza dei cantieri edili precedentemente sospesi a seguito del lockdown.

Una specie invasiva
La Trachemys è la comune tartaruga d'acqua dolce che, fino a qualche tempo fa, veniva acquistata liberamente in ogni negozio per animali. Ma essendo stata riconosciuta come specie invasiva, non autoctona e particolarmente vorace e pericolosa per la conservazione della biodiversità italiana, nel 2017 è stato emanato un decreto legislativo che obbliga tutti i proprietari di Trachemys a dichiararne il possesso. Risultato: si sono verificati numerosi casi di abbandono in ambiente acquatico naturale. Un esempio? Il laghetto di Portonovo è praticamente invaso dalle ormai note tartarughe dalle orecchie gialle/rosse. Un danno assai rilevante per la biodiversità, in quanto la voracità della specie sta mettendo seriamente in crisi l'ecosistema. Questa tartaruga è originaria delle acque degli Stati Uniti, tra la Virginia meridionale e la Florida settentrionale. Predilige corsi d'acqua poco profondi, con fondale morbido, poca corrente, abbondante esposizione al sole e ricca vegetazione. In pratica le condizioni presenti proprio nell'area umida di Portonovo dove, infatti, gli esemplari liberati hanno anche cominciato a riprodursi.

La misura di contenimento
Il Parco del Conero ha predisposto una misura per evitare l'abbandono incontrollato di Trachemys. Infatti, proprio all'interno della corte della sede dell'Ente Parco del Conero a Sirolo, è in via di realizzazione una vasca destinata ad ospitare gli esemplari di tartaruga. Ovviamente i proprietari di Trachemys non potranno procedere autonomamente per la liberazione dell'animale nella vasca contenitiva, ma dovranno preventivamente allertare il Parco del Conero e le autorità preposte. La struttura in costruzione è stata progettata anche tenendo conto di alcuni accorgimenti per evitare il più possibile la riproduzione.

Le caratteristiche
L’intervento consiste nella ridefinizione, all’interno dell’area di pertinenza della sede dell’Ente Parco del Conero, di uno spazio aperto verde circoscritto con opportune opere di protezione in legno, all’interno del quale verranno realizzati due invasi, di cui uno più grande di detenzione vero e proprio dotato di ulteriore recinzione per impedire la fuoriuscita delle testuggini, ed un altro, prettamente didattico, dedicato alle specie vegetali acquatiche ed alla piccola fauna tipica delle zone umide. Il laghetto di detenzione ha una superficie di circa mq 85 sagomato per ottenere due livelli di profondità. Questi serviranno a garantire uno spazio per il nuoto, con acqua più profonda, ed una zona perimetrale di basking (comportamento essenziale di questi animali per prendere il sole e quindi attivare il metabolismo). Circonda l’invaso una fascia di acciottolato grossolano (diametro tra i 6 e i 10 cm) che garantirà la mancata deposizione delle uova evitando così le riproduzione degli esemplari. Questo accorgimento permetterà di ospitare testuggini di entrambi i sessi nella stessa vasca, andando ad ottimizzare lo spazio e i costi. Il numero degli esemplari che potranno essere ospitati, pari a 90 è determinato dalle normative sul benessere animale. L’invaso sarà recintato per evitare la fuoriuscita delle testuggini e l’ingresso di altri animali (anfibi). Inoltre verrà predisposto un invaso più piccolo ha finalità prettamente didattiche: sarà destinato ad ospitare testuggini autoctone, e permetterà ai visitatori di mettere a confronto i due laghetti. Questo si naturalizzerà nel tempo, mostrando, nonostante le dimensioni ridotte, un ecosistema non alterato da specie invasive e quindi ricco di biodiversità (piante, insetti, anfibi) utile per l'attività del CEA (Centro di Educazione Ambientale) del Parco.