Il Parco una risorsa ambita, ma serve una visione condivisa

Ambiente e Territorio

Uno sguardo a lungo raggio e una visione condivisa tra i territori. Sono queste le linee guida su cui potrebbero svilupparsi progettualità per migliorare la fruizione e l'utilizzo delle aree naturali del Parco del Conero. Una necessità che non riguarda solo la questione dell'Area Marina Protetta.

Il Parco del Conero copre un'area di competenza di più comuni. E molto spesso viene utilizzato da ciascuno come fiore all'occhiello per la promozione turistica dei singoli territori. Ne emerge, dunque, la necessità di una programmazione ampia e condivisa dalle realtà territoriali che lo compongono per intravedere una progettualità che miri a garantirne un futuro.

«Su questo aspetto auspichiamo una riflessione e una concertazione tempestiva – afferma il presidente ad interim Andrea Montresor - perché vengano tracciate delle linee che coprano argomentazioni chiave, tenendo presente il forte rapporto turismo-biodiversità che da sempre contraddistingue l'area del Parco e ne caratterizza il valore aggiunto». Per non parlare dell'intera filiera agroalimentare che rappresenta l'essenza dell'utilizzo consapevole di un'area naturale protetta, in cui la produzione di beni alimentari convive e coesiste con il contesto ambientale, preservandolo e rendendolo parte del proprio brand.

«Temi che, inevitabilmente, in questi giorni sono tornati di grande attualità – continua Montresor - ma che crediamo debbano essere affrontati in una modalità unitaria, evitando di proseguire su uno scollamento tra esigenze dei singoli territori e risorsa ambientale. Inoltre l'Ente Parco, nel cui direttivo siedono i sindaci dei comuni interessati dall'area naturale protetta, la Regione, l'Università e le categorie economiche, è sempre aperto ad accogliere le istanze dei singoli rappresentanti, così da affrontare le varie argomentazioni con un approccio inclusivo e volto al bene del territorio, dei suoi abitanti e dei turisti».

 

Il Parco, infatti, è meta di turisti. Ed è bene che lo sia. Ma è anche luogo di sviluppo nella ricerca scientifica della sostenibilità. E' esempio di biodiversità che, se tutelata e valorizzata, ne aumenterebbe il profilo d'interesse in tutti gli ambiti. Anche in quello turistico.

«E' il momento di fare sintesi tra i territori contigui che insistono sull'area del Parco del Conero – conclude Montresor - perché un piano omogeneo di dibattito non può che favorire una migliore risoluzione di intenti».