Il brand del Parco è simbolo di libertà

Ambiente e Territorio

“Il marchio Terre del Conero funzionerà se i prodotti che lo recheranno saranno accettati e venduti anche nelle strutture ricettive”

 

 

CAMERANO – Il Parco del Conero ha acquisito la proprietà del marchio “Terre del Conero” con l’obiettivo di rilanciare la filiera produttiva a Km zero ad alto valore identitario a cura delle aziende agricole che insistono nel territorio protetto del Conero e di valorizzare il percorso virtuoso verso la sostenibilità ambientale che potrà essere avviato con l’adesione al progetto da parte degli imprenditori.

Il lavoro in corso è stato presentato ed approfondito nell’ambito di un convegno che si è inserito nel programma della Festa del Rosso Conero sul tema “il Territorio del Parco, un ambiente virtuoso tra qualità dei prodotti e sostenibilità delle aziende”

Nei saluti introduttivi il sindaco di Camerano Oriano Mercante ha rimarcato “il legame tra la sua città e il Parco del Conero e l’impegno per valorizzare l’interno con eccellenze come le grotte di Camerano, le più belle delle Marche, e la volontà di lavorare insieme per prolungare la stagione”.

Per l’Assessore alla Cultura Barbara Mori “in questa edizione della Festa del Rosso Conero abbiamo voluto accanto ai momenti conviviali alcuni momenti di approfondimento su temi specifici”.

Riccardo Picciafuoco, Presidente facente funzione del Parco del Conero ha ricordato gli obiettivi che il consiglio direttivo dell’Ente parco si pone per l’utilizzo del marchio “Terre del Conero”. Secondo il Presidente “la volontà è di valorizzare ciò che c’è alle spalle della costa ragionando in termini di sostenibilità e qualità complessiva”. “Gli agricoltori sono i tutori del territorio – ha aggiunto – e va riconosciuto loro un ruolo fondamentale, garanti dell’equilibrio ecosistemico.

David Donninelli, membro del consiglio direttivo in rappresentanza del mondo agricolo, ha rimarcato che il marchio “Terre del Conero” segue l’impegno del consiglio direttivo di dare valore alle produzioni di qualità all’interno del parco le cui aziende sono sottoposte a vincoli ulteriori rispetto a chi insiste al di fuori. “Attraverso un’indagine sia con gli operatori della ristorazione, della ricettività e dell’agricoltura – ha ricordato – è emersa la necessità di partire e guardando anche ciò che si fa in altri parchi vicini a noi, abbiamo avuto conferma che il primo passo sarà la certificazione ambientale”. “Non sarà obbligatorio usarlo – ha concluso - ma l’interesse e la volontà di adottarlo sarà direttamente proporzionale alla capacità che avremo di valorizzarlo”.

Una delle prossime attività sarà capire bene cosa si produce all’interno del Parco del Conero e le qualità dello stesso concedendone l’utilizzo a tutte le aziende che ne faranno richiesta e lavorando per proporre produzioni sempre più di qualità collaborando e interagendo sempre di più con l’Ente parco con l’obiettivo di crescere tutti insieme.

Valerio Temperini consigliere dell’Ente parco in rappresentanza dell’Università Politecnica delle Marche si è soffermato sulle “opportunità del brand Parco del Conero partendo dall’attenzione valoriale che il consumatore/turista riserva alle produzioni” – ha detto. Dagli studi è emerso che i prodotti recanti il logo del brand Parco portano ad una propensione all’acquisto superiore incarnando il valore della “libertà”,

Quindi la parola è passata allo chef Ellis Marchetti per le conclusioni che ha rimarcato come i prodotti agricoli di qualità e certificati siano una leva importante per attirare il turismo consapevole. “Per questo - ha detto - abbiamo preso 300 etichette del territorio, comprese quelle delle aziende all’interno del Parco”.