Finanziato dal CNR il progetto sulla biodiversità marina legata allo studio e al ripristino dell’habitat del dattero di mare.

Ambiente e Territorio

Picciafuoco, Presidente Parco del Conero: “Confermata la grande capacità progettuale del nostro staff interno. Rimedieremo a parte dei danni causati dalla pesca illegale”

 

 

 

SIROLO - Il “progetto Remedy” dell’Ente Parco Regionale del Conero è tra i 57 progetti nazionali ammessi a finanziamento dal CNR e sarà destinatario di una parte degli oltre 9 milioni di euro complessivi messi a disposizione per tutelare la biodiversità nelle aree marine protette e negli enti parco italiani. Il “progetto Remedy” è volto al monitoraggio, alla conservazione, alla valorizzazione e al ripristino della biodiversità nei siti marini della rete natura 2000 afferenti al Parco del Conero, con l’utilizzo di metodi multidisciplinari innovativi e seguendo il principio del Do Not Significant Harm.

 

Per Riccardo Picciafuoco, Presidente FF del Parco del Conero “si tratta di un ulteriore significativo progetto che consentirà di proseguire sulla via della tutela della biodiversità (sia terrestre che marina) che è tra gli obiettivi che questo consiglio direttivo ha messo al centro del proprio mandato”. “L’aggiudicazione del finanziamenti la cui entità ci verrà comunicata nelle prossime settimane – aggiunge – conferma la straordinaria professionalità del nostro staff interno guidato dal Direttore Marco Zannini e la capacità progettuale che consente di ottenere risultati di indubbio valore scientifico e di tutela ambientale di questo meraviglioso e fragile ecosistema”. L’attenzione del progetto riguarda la valutazione dello stato di salute della popolazione di bivalvi perforatori che include il Lithophaga lithophaga (dattero di mare) e il Pholas dactylus (dattero bianco) e che permetterà di realizzare il restauro di aree danneggiate dalla pesca illegale utilizzando la spugna Chondrosia reniformis che, oltre a caratterizzare l’area di studio, possiede un elevato interesse biotecnologico. 

 

La realizzazione del “progetto Remedy” consentirà di attivare azioni di protezione e conservazione dell’area di studio facilitando la ricolonizzazione dei substrati danneggiati con positive ricadute a livello ecosistemico. Inoltre, il progetto prevedendo azioni di sensibilizzazione della comunità, accelererà la consapevolezza riguardo l’importanza ecologica dei bioerosori con significative ricadute a livello sociale ma anche economico dovute al coinvolgimento del settore turistico a partire dai diving center e dall’attività di subacquea ricreativa e tecnica.